La
crisi ambientale del pianeta è uno dei problemi più ricorrenti di
questi ultimi tempi. Sempre più frequentemente si sente parlare di
surriscaldamento globale, incendi e desertificazione.
Ma
cos'è veramente questa crisi e da cosa è causata?
Lo spiega bene l'articolo di Marco de Palma, giovane studente dell'Istituto Tecnico Economico Pacinotti di Pisa.
Lo spiega bene l'articolo di Marco de Palma, giovane studente dell'Istituto Tecnico Economico Pacinotti di Pisa.
La
crisi del pianeta è l’eccessiva pressione dell’uomo
sull'ambiente alla quale si possono ricondurre delle cause generali
e delle cause specifiche. Le cause generali sono l’ incremento
della popolazione mondiale la quale, secondo delle stime, nel 2050
potrebbe raggiungere i 9 miliardi di persone.
L’incremento
della popolazione ha avuto inizio dopo la rivoluzione industriale
quando i paesi che stavano sviluppando la loro economia si sono
trovati nella prima fase della transizione demografica grazie alla
riduzione della mortalità dovuta a miglioramenti nelle condizioni di
vita.
La
seconda causa sono l'incremento dei consumi individuali, in questa
fase soprattutto nel Sud del mondo dove risiedono 6,5 miliardi di
persone, e la terza il nostro tipo di modello di sviluppo economico
che tende a una crescita economica infinita (modello economico sviluppista). Questo obbiettivo tutt’ora non è realizzabile poiché
non abbiamo risorse infinite. Questo modello economico venne
teorizzato oltre un secolo fa quando la Terra era vista come una
prateria da sfruttare senza tener conto dei limiti fisici e biologici
del pianeta.
Per
misurare la crisi del pianeta vengono usati 2 strumenti: l’impronta
ecologica e l’overshoot day.
L’impronta
ecologica è un indicatore che rapporta il consumo delle risorse
naturali con la velocità della Terra di rigenerarle. Questo dato,
espresso in ettari, indica quanta superficie terrestre serve a un
uomo per soddisfare i propri bisogni e smaltire i rifiuti. L’impronta
ecologica media mondiale effettiva è di 2,7 ettari mentre quella
sostenibile è di 1,8 ettari (in Toscana è di 4,2 ettari mentre
quella sostenibile dovrebbe essere di 2,3 ettari).
L’overshoot
day invece è il giorno in cui terminano le risorse naturali generate
dal pianeta per l'anno in corso. Se consumassimo le risorse che la
natura ci mette a disposizione, l’overshoot day dovrebbe cadere il
31 dicembre ma nel 2019, a livello mondiale, era il 29 luglio mentre
in Italia il 10 maggio. Questo vuol dire che dal 29 luglio in poi
abbiamo intaccato il patrimonio di risorse riservato agli anni
successivi.
Tornando
alle cause della crisi del pianeta, parliamo di quelle specifiche
ovvero il consumo di risorse rinnovabili a una velocità maggiore
rispetto a quella della Terra di rigenerarle, la dipendenza
energetica da combustibili fossili, gli allevamenti intensivi (i
quali sono tra i principali produttori di gas serra come il metano),
l’agrobusiness (il sistema agroindustriale), l’eccessivo consumo
d’acqua, la grande produzione di rifiuti e la crescente emissione
di sostanze inquinanti.
La
situazione della Terra è molto grave e ci stiamo avvicinando a un
punto di non ritorno, è per questo che dobbiamo agire subito e
salvare quello che ci è rimasto.
Gli
aspetti della crisi sono devastanti ma i più evidenti ultimamente
sono gli incendi che hanno distrutto la foresta amazzonica
nell’agosto 2019 e quelli che stanno mettendo a dura prova
l’Australia in questo periodo uccidendo 480 milioni di animali, 29
persone e che hanno ridotto in fumo 6,3 miliardi di ettari di
terreno.
Gli
aspetti della crisi sono la riduzione della biodiversità, la
dispersione di plastica nell’ambiente, le disparità nella
disponibilità di acqua (quasi 2 miliardi di persone vivono in paesi
soggetti a stress idrico), l’eccessivo inquinamento di suolo acqua
e aria, la deforestazione (altro aspetto molto preoccupante poiché
intere foreste vengono abbattute per fare posto a monocolture con
finalità commerciali, pascoli o per la realizzazione di aree urbane
e di strade), e l’erosione e il consumo di suolo.
Per
superare questa crisi ambientale possono essere adottate diverse
strategie come passare dal nostro sistema economico tradizionale a
uno sostenibile i cui obbiettivi sono lo sviluppo economico, la
salvaguardia dell’ambiente e l’equità sociale. Ma questo modello
economico presenta dei problemi ovvero che non ha un percorso ben
definito e continua a perseguire la crescita economica infinita
ritenuta da alcuni una delle principali cause della crisi del
pianeta, visto che le risorse a disposizione sono limitate e in via
di esaurimento.
Sono
stati ideati altri modelli economici come la green economy che però
punta solo a sostituire i prodotti dell'agricoltura convenzionale con
i prodotti biologici e passare alle energie pulite gestite dai grandi
gruppi industriali senza cambiare la struttura del sistema economico
attualmente dominante.
Secondo
me per trovare una soluzione bisognerebbe che tutti i paesi si
accorgessero di quanto sia grave lo stato della Terra e si
impegnassero ad agire insieme collaborando. Nel nostro piccolo, a
livello individuale, dovremmo impegnarci a fare azioni che possano
aiutare il pianeta come la raccolta differenziata, usare meno
imballaggi di plastica monouso e usare materiali come il legno, la
carta, e le fibre vegetali. In più dovrebbe essere fatta un’opera
di sensibilizzazione nelle scuole e nei luoghi di lavoro.
In
questo modo forse riusciremo a salvare il nostro pianeta e l'intera
umanità.
Pisa
7/1/2020
Marco de Palma
2C afm Ite Pacinotti
Programma di
Geografia
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