Post in evidenza

Cordoglio per la prematura scomparsa di Alfredo Viloria

Cordoglio per la prematura scomparsa di Alfredo Viloria. Nel tardo pomeriggio di martedì 29 Dicembre si è diffusa la terribile notizia della...

giovedì 30 gennaio 2020

ARTICOLO SULLA CRISI DEL PIANETA



Articolo sulla Crisi del Pianeta 
di 
Emiliano Barsotti
Istituto Tecnico Economico Pacinotti di Pisa.

La crisi del pianeta è causata dall'eccessiva pressione dell'uomo sul pianeta. Le cause generali della crisi del pianeta sono:
  • aumento della popolazione mondiale
  • aumento dei consumi individuali
  • modello di sviluppo basato sulla crescita infinita: un esempio è il capitalismo sviluppista che persegue la crescita infinita e si basa su un'economia estrattiva e lineare.

Inoltre ci tengo a dire che negli ultimi 100 anni la pressione dell'uomo è aumentata di 140 volte.
L'attuale modello di sviluppo dominante ha delle criticità. Le teorie economiche che perseguono la crescita infinita sono state elaborate nella fase iniziale del capitalismo, quando esistevano ampi margini di sviluppo e non venivano contemplati i limiti fisici e biologici del pianeta, ma oggi la situazione è profondamente cambiata.

La crisi del pianeta viene misurata con 2 strumenti:
  • IMPRONTA ECOLOGICA
  • OVERSHOT DAY

L'impronta ecologica è un indicatore complesso che è utilizzato per valutare il consumo umano di risorse naturali rispetto alle capacità della Terra di rigenerarle. L'impronta ecologica mondiale sostenibile è di 1,8 ettari, invece quella effettiva è di 2,7 ettari. L'impronta ecologica più elevata è registrata nelle Petromonarchie del Golfo Persico.

L'overshoot day è il giorno nel quale l'umanità ha consumato interamente le risorse prodotte dal pianeta per l'intero anno in corso. Dal 1970 la data si è spostata all'indietro di 5 mesi. Nel 2019 l'evento si manifestato 4 giorni in anticipo rispetto al 2018, arrivando al 29 Luglio.

La crisi del pianeta presenta anche delle cause specifiche:
  • eccessivo consumo di risorse non rinnovabili
  • allevamenti intensivi che rilasciano metano
  • agrobusiness (sistema agroalimentare industriale)
  • produzione dei rifiuti
  • eccessivo consumo di acqua
  • emissione di sostanze inquinanti da parte delle attività umane

Purtroppo la crisi del pianeta si manifesta anche con vari aspetti negativi:
  • deforestazione (incendi e abbattimenti)
  • consumo di suolo a causa della cementificazione
  • erosione dei suoli (agricoltura intensiva)
  • riduzione della biodiversità
  • inquinamento dell'acqua e dell'aria che provocano gravi danni alla salute
  • scarsità d'acqua


Degli aspetti che si manifestano in modo più evidente ce ne sono molti, ma quello che a me è sembrato più evidente è la deforestazione. Le foreste coprono circa il 30% della superficie terrestre.
La deforestazione ha delle cause, che sono:
  • incendi, spesso dolosi
  • il taglio di legnami pregiati
  • estrazione di minerali
  • estrazione di idrocarburi (petrolio e gas naturale)


Vorrei citare una foresta che, in pochissimo tempo, sta bruciando: la FORESTA AMAZZONICA.
Oltre 1/5 di piantagione è già stato distrutto. Questa foresta occupa 9 paesi; fra questi c'è il Brasile. La foresta Amazzonica brasiliana con gli incendi divampati nell'Agosto 2019 ha avuto un aumento della deforestazione del 300%. I terreni deforestati vengono soprattutto utilizzati per gli allevamenti di bestiame e per le piantagioni dedicate a coltivazioni da esportazione.

Insomma, ci sono molti fattori che causano la crisi del pianeta, ma secondo me una delle strategie per affrontarla è utilizzare un modello di sviluppo sostenibile: per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo in grado di garantire il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza negare le possibilità alle generazioni future di realizzare i propri.

Faccio riferimento ad un'ulteriore aspetto della crisi del pianeta: il riscaldamento globale. Ora siamo intorno agli 1,1° di aumento della temperatura media globale, ma se continuiamo ad emettere nell'aria quantità eccessive di gas climalteranti, andremo verso uno scenario di 5/6° di aumento della temperatura globale che non sono compatibili con la sopravvivenza della specie umana in quanto avremo lo scioglimento dei ghiacci, vaste aree desertificate etc...

Sicuramente possiamo fare qualcosa! Oltre a confidare nell'azione dei Governi, è necessario anche sostenere una organizzazione a livello locale organizzando un'economia su base locale e circolare: utilizzo delle risorse locali, non spreco, produzione di energia locale etc...
Dobbiamo creare un sistema economico stabile che garantisca per tutti, possibilmente, una condizione di vita sufficientemente buona per tutti e che sia nei limiti ecologici, ossia:
  • Diminuire rapidamente il livello delle emissioni climalteranti
  • Diminuire rapidamente il livello di conflittualità con la biosfera
  • Abbandonare l'economia estrattiva-dissipativa.



Emiliano Barsotti
2° B afm ITE Pacinotti 
 Programma di geografia

LA CRISI DEL PIANETA



La crisi ambientale del pianeta è uno dei problemi più ricorrenti di questi ultimi tempi. Sempre più frequentemente si sente parlare di surriscaldamento globale, incendi e desertificazione.
Ma cos'è veramente questa crisi e da cosa è causata?

Lo spiega bene l'articolo di Marco de Palma, giovane studente dell'Istituto Tecnico Economico Pacinotti di Pisa.

La crisi del pianeta è l’eccessiva pressione dell’uomo sull'ambiente alla quale si possono ricondurre delle cause generali e delle cause specifiche. Le cause generali sono l’ incremento della popolazione mondiale la quale, secondo delle stime, nel 2050 potrebbe raggiungere i 9 miliardi di persone.
L’incremento della popolazione ha avuto inizio dopo la rivoluzione industriale quando i paesi che stavano sviluppando la loro economia si sono trovati nella prima fase della transizione demografica grazie alla riduzione della mortalità dovuta a miglioramenti nelle condizioni di vita.
La seconda causa sono l'incremento dei consumi individuali, in questa fase soprattutto nel Sud del mondo dove risiedono 6,5 miliardi di persone, e la terza il nostro tipo di modello di sviluppo economico che tende a una crescita economica infinita (modello economico sviluppista). Questo obbiettivo tutt’ora non è realizzabile poiché non abbiamo risorse infinite. Questo modello economico venne teorizzato oltre un secolo fa quando la Terra era vista come una prateria da sfruttare senza tener conto dei limiti fisici e biologici del pianeta.
Per misurare la crisi del pianeta vengono usati 2 strumenti: l’impronta ecologica e l’overshoot day.
L’impronta ecologica è un indicatore che rapporta il consumo delle risorse naturali con la velocità della Terra di rigenerarle. Questo dato, espresso in ettari, indica quanta superficie terrestre serve a un uomo per soddisfare i propri bisogni e smaltire i rifiuti. L’impronta ecologica media mondiale effettiva è di 2,7 ettari mentre quella sostenibile è di 1,8 ettari (in Toscana è di 4,2 ettari mentre quella sostenibile dovrebbe essere di 2,3 ettari).
L’overshoot day invece è il giorno in cui terminano le risorse naturali generate dal pianeta per l'anno in corso. Se consumassimo le risorse che la natura ci mette a disposizione, l’overshoot day dovrebbe cadere il 31 dicembre ma nel 2019, a livello mondiale, era il 29 luglio mentre in Italia il 10 maggio. Questo vuol dire che dal 29 luglio in poi abbiamo intaccato il patrimonio di risorse riservato agli anni successivi.
Tornando alle cause della crisi del pianeta, parliamo di quelle specifiche ovvero il consumo di risorse rinnovabili a una velocità maggiore rispetto a quella della Terra di rigenerarle, la dipendenza energetica da combustibili fossili, gli allevamenti intensivi (i quali sono tra i principali produttori di gas serra come il metano), l’agrobusiness (il sistema agroindustriale), l’eccessivo consumo d’acqua, la grande produzione di rifiuti e la crescente emissione di sostanze inquinanti.
La situazione della Terra è molto grave e ci stiamo avvicinando a un punto di non ritorno, è per questo che dobbiamo agire subito e salvare quello che ci è rimasto.
Gli aspetti della crisi sono devastanti ma i più evidenti ultimamente sono gli incendi che hanno distrutto la foresta amazzonica nell’agosto 2019 e quelli che stanno mettendo a dura prova l’Australia in questo periodo uccidendo 480 milioni di animali, 29 persone e che hanno ridotto in fumo 6,3 miliardi di ettari di terreno.
Gli aspetti della crisi sono la riduzione della biodiversità, la dispersione di plastica nell’ambiente, le disparità nella disponibilità di acqua (quasi 2 miliardi di persone vivono in paesi soggetti a stress idrico), l’eccessivo inquinamento di suolo acqua e aria, la deforestazione (altro aspetto molto preoccupante poiché intere foreste vengono abbattute per fare posto a monocolture con finalità commerciali, pascoli o per la realizzazione di aree urbane e di strade), e l’erosione e il consumo di suolo.
Per superare questa crisi ambientale possono essere adottate diverse strategie come passare dal nostro sistema economico tradizionale a uno sostenibile i cui obbiettivi sono lo sviluppo economico, la salvaguardia dell’ambiente e l’equità sociale. Ma questo modello economico presenta dei problemi ovvero che non ha un percorso ben definito e continua a perseguire la crescita economica infinita ritenuta da alcuni una delle principali cause della crisi del pianeta, visto che le risorse a disposizione sono limitate e in via di esaurimento.
Sono stati ideati altri modelli economici come la green economy che però punta solo a sostituire i prodotti dell'agricoltura convenzionale con i prodotti biologici e passare alle energie pulite gestite dai grandi gruppi industriali senza cambiare la struttura del sistema economico attualmente dominante.
Secondo me per trovare una soluzione bisognerebbe che tutti i paesi si accorgessero di quanto sia grave lo stato della Terra e si impegnassero ad agire insieme collaborando. Nel nostro piccolo, a livello individuale, dovremmo impegnarci a fare azioni che possano aiutare il pianeta come la raccolta differenziata, usare meno imballaggi di plastica monouso e usare materiali come il legno, la carta, e le fibre vegetali. In più dovrebbe essere fatta un’opera di sensibilizzazione nelle scuole e nei luoghi di lavoro.
In questo modo forse riusciremo a salvare il nostro pianeta e l'intera umanità.

Pisa 7/1/2020
Marco de Palma
2C afm Ite Pacinotti
Programma di Geografia