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domenica 22 dicembre 2019

I primi 70 anni della La Repubblica Popolare Cinese. Parte I: Le 3 fasi dell'economia



I primi 70 anni della La Repubblica Popolare Cinese.
Parte I: Le 3 fasi dell'economia.

Le celebrazioni per il 70° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese (Rpc), avvenuta il 1° ottobre 1949 ad opera di Mao Tse Tung e della dirigenza del Partito Comunista Cinese (Pcc), ci offrono l'occasione per una breve disamina delle varie fasi economiche e delle trasformazioni sociali che hanno caratterizzato il gigante asiatico. Partendo dall'analisi storica dell'economia, in questo arco temporale, si individuano, a nostro avviso 3 distinti periodi:
1) L'era maoista (1949-1978) caratterizzata da un'economia collettivista e pianificata in attuazione dei principi marxisti-leninisti, rimodulati, in base al pensiero del Grande timoniere, alle condizioni economico-sociali cinesi (il cosiddetto Maoismo);
2) La lenta e graduale transizione economica (1979-2001) dal socialismo al capitalismo, avviata da Deng Xiao Ping (1978-1989) e proseguita da Jiang Zemin (1989-2001);
3) La fase del capitalismo globalizzato (dal 2002 in avanti) dopo l'adesione al Wto che in pratica coincide con le presidenze di Hu Jintao (2002-2012) e di Xi Jimping (dal 2012 presidente della Repubblica in carica).

L'era maoista
Al momento della fondazione la Rpc presentava condizioni estremamente difficili sia dal punto di vista economico che sociale: risultava infatti un paese arretrato e quasi totalmente rurale sia per quanto riguarda le attività economiche prevalenti che per l'insediamento abitativo, con condizioni di vita della popolazione (all'epoca circa 550 milioni1) molto precarie. Inoltre, risultava in situazione disastrata a seguito di lunghe e travagliate vicende belliche che si sono susseguite per circa 25 anni: dalla Guerra civile fra Nazionalisti e Comunisti (1927-1937), interrotta per far fronte comune all'aggressione nipponica (1937-1945)2 e ripresa, dopo la vittoria nella II Guerra mondiale, sino al successo finale dell'Armata Rossa Cinese (1945-1949). Attività belliche ben presto riaccese a causa dello scoppio della Guerra di Corea (1950-1953) contro gli Stati Uniti.
L'opera che si presentava alla dirigenza comunista era di enormi dimensioni: far fronte alle necessità impellenti di una popolazione provata, creare la struttura di un nuovo stato e organizzare l'economia su basi collettivistiche. In quest'ottica il governo procedette, quindi, all'attuazione di una Riforma agraria integrale smantellando i grandi latifondi, alla creazione delle Comuni popolari nelle campagne, alla realizzazione delle infrastrutture economiche e di servizi e allo sviluppo, col primo piano quinquennale (1953-57), dell'industrializzazione, dando priorità, seguendo il modello sovietico, all'industria pesante.
Ricostruzioni storiche superficiali e servizi giornalistici condizionati da posizioni preconcette3 attribuiscono al'era maoista connotati di bassa crescita economica e di mancato sviluppo sociale, fase che, invece, alla luce di riscontri storici oggettivi assume tutt'altre caratteristiche. Infatti, benché tale periodo sia stato interessato da errori (come il Grande balzo in avanti 1958-61 con gravi ripercussioni sociali ed economiche) e da battute d'arresto (come la Rivoluzione culturale 1966-1976), il governo è riuscito a creare servizi gratuiti per la popolazione, a realizzare le indispensabili infrastrutture e ad avviare lo sviluppo economico (vedi grafico 1). Infatti, come afferma l'economista e sociologo Minqi Li4 «anche se l'andamento economico della Cina è stata spettacolare dal 1978 in avanti, non è stato disastroso tra il 1952 e il 1978. Nel corso di questi anni il Pil cinese è cresciuto ad una media annua del 4,39%». Ed è risultato proprio il decollo industriale a trainare il non indifferente sviluppo economico della fase maoista come spiega l'economista Giovanni Arrighi5, «già nel 1970 la Cina aveva una base industriale che impiegava qualcosa come 50 milioni di operai e pesava per più di metà del suo Pil. Il valore del suo prodotto industriale lordo era cresciuto di 38 volte e quello dell'industria pesante di 90 volte».
Grafico 1: andamento dell'economia cinese dal 1952 al 2012 (PPP: a Parità di Potere d'Acquisto)
Anche in campo sociale a seguito delle politiche economiche socialiste sono stati raggiunti risultati impensabili per un paese del Sud del mondo del secondo Dopoguerra, infatti, oltre alla parificazione dei diritti fra uomini e donne, prosegue Arrighi: «alla maggior parte della popolazione, prima analfabeta, era stato insegnato a leggere e scrivere (il tasso di alfabetizzazione era infatti salito dal 20 % nel 1949 ad oltre 80 % di trenta anni dopo). Un sistema sanitario pubblico era stato creato dove non ne era mai esistito alcuno. La speranza di vita media era aumentata da 35 a 65 anni».


La transizione al capitalismo
Alla morte di Mao nel 1976 seguirono 2 anni di instabilità politica e di lotte intestine al Pcc che sfociarono nella vittoria dell'ala riformista che portò alla presidenza Den Xiao Ping. Il 22 dicembre 1978, Il neo presidente fece approvare "La politica di Riforme e Apertura economica" al Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, decidendo di porsi come priorità la crescita economica del paese e, convinto che per ottenerla in tempi rapidi sarebbe stato indispensabile anche il capitale privato, optò per l'apertura all’economia di mercato. Per lo stesso motivo decise di integrarsi nell’economia internazionale, con un duplice obiettivo: da un lato richiamare investimenti diretti esteri (Ide) per favorire l'insediamento di imprese private e la nascita di joint ventures a capitale misto pubblico/privato e dall'altro accumulare valuta estera tramite l'export, per permettere alle imprese di stato di acquistare tecnologia straniera. A tale scopo fra il 1979 e il 1980 il governo cinese approvò la creazione di prime 4 Zone Economiche Speciali (Zes) nelle città di Shenzhen, Zhuhai, Shantou, e Xiamen, tutte sulla costa meridionale del paese. Il successo riscosso dalle prime ZES spinse, nel 1984, le autorità cinesi ad espandere ulteriormente il processo di apertura dell’economia verso l’esterno, procedendo nello stesso anno alla fondazione di altre 14 Zes in altrettante città costiere, fra cui Shanghai e Guangzhou (Canton), in modo che anch’esse fungessero da motori per la crescita economica del paese6.
Significative riforme economiche interessarono in primis, ad inizio anni '80, il settore agricolo: allo scopo di aumentare la produttività dei terreni, venne inizialmente concesso ai contadini di trattenere e vendere in proprio la parte di raccolto che eccedeva la quota di produzione assegnata dallo stato. Ciò comportò negli anni successivi lo smantellamento del sistema della Comuni e la terra, pur rimanendo proprietà statale o collettiva, venne concessa in affitto ai contadini in modo che potesse essere utilizzata sul modello dell'economia di mercato, conseguendo un cospicuo aumento delle produzioni agricole, in breve tempo raddoppiate, e del tenore di vita delle aree rurali, come confermato dal funzionario Fao Fang Cheng: "solo nel quinquennio 1980-85, agli albori della svolta riformatrice, la ricchezza pro-capite nelle campagne è aumentata del 90%"7.
Nel 1988 tramite un emendamento all’articolo 11 della Costituzione, il settore privato, viene definito come una “componente importante” dell’economia, e successivamente, nel 1999, altra modifica dello stesso articolo ne riconosce il ruolo sempre più centrale nell’economia8. Sempre nel 1988, l’articolo 11 della Costituzione viene emendato anche in relazione all'introduzione della figura delle imprese private, con successiva emanazione di due brevi regolamenti provvisori che definirono tre nuove tipologie di impresa privata diverse da quella individuale, soggetto giuridico peraltro già previsto da un ventennio in ambito commerciale e artigianale: l'impresa di proprietà di un solo investitore, la hehuo (corrispondente alla nostra Snc,) e la società privata a responsabilità limitata9. Le imprese statali, inoltre, acquisirono autonomia con la legge del 13 aprile 1988 la quale sanciva anche il principio della separazione della proprietà dell'impresa da quella della proprietà dei beni dell'impresa, con quest'ultima che sarebbe rimasta in mano pubblica.
Sul versante economico, le scelte compiute dalla leadership cinese restarono in sostanza reversibili fino al 1991, quando il sistema di pianificazione economica aveva continuato a rivestire ruolo centrale nell’economia urbana. Le principali decisioni politiche assunte dal XIV congresso del Pcc nel 1992, frutto di compromesso tra riformisti e massimalisti, ebbero un impatto decisivo sull’elaborazione di un nuovo regime di crescita economica e di un originale modello economico che la dirigenza comunista definì "economia socialista di mercato" e sul quale disseteremo in seguito.
L'economia cinese si affrancò quindi dal sistema d'ispirazione sovietico: il Pcc e lo Stato continuarono ad esercitare il loro controllo sulle più grandi imprese della Rpc, ma aprirono alla possibilità di privatizzare le piccole e medie imprese pubbliche. Il sistema fiscale, dopo il decentramento introdotto con la Rivoluzione culturale (1966-76), fu nuovamente centralizzato e il mercato del lavoro venne deregolamentato mediante il superamento del sistema maoista detto della “ciotola di riso ferrea”. L’accantonamento del modello sovietico segnò di fatto la fine del sistema economico socialista puro, aprendo la strada a riforme strutturali, tra cui quella del settore pubblico.
La deregolamentazione del mercato del lavoro nei contesti urbani, da un lato provocò lo smantellamento di un sistema di protezione sociale che garantiva ai lavoratori delle città l’impiego a vita, oltre all’alloggio e a un welfare impensabile nelle zone rurali del paese, dall'altro portò alla revoca del divieto di assumere lavoratori provenienti dalle campagne, modificando radicalmente gli equilibri di potere tra lavoratori e datori di lavoro. Questi ultimi si trovarono liberi di definire i salari, vincolandoli alla produttività del lavoro, il cui successivo aumento sarebbe andato esclusivamente a beneficio degli imprenditori. Le imprese private cinesi, in questa fase riuscirono a incrementare i propri flussi di cassa e a modernizzarsi investendo massicciamente su nuova capacità produttiva.10Anche il generoso stato sociale dell'era maoista, come accennato, non sfuggì alla politica delle riforme subendo sensibili ridimensionamenti in campo previdenziale e sanitario, ma non in quello dell'istruzione, a discapito delle fasce sociali più deboli della popolazione, innescando un processo di divaricazione sociale e, dopo gli anni '90, anche territoriale, che da alcuni anni il governo sta cercando di contrastare e sul quale ci soffermeremo nella parte finale del saggio.
I successi economici conseguiti durante il primo ventennio (addirittura con una crescita media del 10,43% negli anni '90) posero in evidenza la necessità di intervenire anche sul sistema finanziario e su quello delle maggiori imprese statali che sino a quel momento ne erano stati marginalmente interessati: il presidente Jang Zemin durante il XV congresso nazionale del PCC del 1997 annunciò il piano di privatizzazione delle grandi imprese di stato relativamente ad alcuni comparti non strategici. Progetto portato a compimento con successo entro la fine del secolo tramite chiusura di quelle inefficienti e la vendita ai privati di quelle oggetto di trasformazione e/o modernizzazione. Questo provvedimento accentuò, di lì a breve, la pianificata, riduzione del peso dello stato nell'economia a vantaggio del settore privato: nel 2005, infatti, per la prima volta le imprese private arrivarono a fornire un contributo al Pil superiore rispetto a quello del comparto pubblico.
A livello macroeconomico, questo processo coincise con l’emergere, nei tardi anni Novanta, di un nuovo regime di crescita basato sempre più sugli investimenti a discapito dei consumi, i quali, infatti, scenderanno dal 51% del Pil nel 1992 al 36% nel 2006, mentre i primi, dal 34% sul Pil nel 1996, saliranno al 46% nel 2010. La trasformazione del sistema economico socialista, inoltre, aprì la strada nel 1998 alla privatizzazione dell’edilizia abitativa urbana con conseguente massiccio trasferimento delle proprietà di Stato alle famiglie. In un breve arco di tempo, queste diventarono infatti proprietarie di case ottenute a prezzi ben più bassi di quelli di mercato. Quest’ondata di privatizzazione degli alloggi diede origine, a cavallo del cambio di millennio, al boom del settore immobiliare con la possibilità per le famiglie di rivendere, a prezzi di mercato, le abitazioni precedentemente acquistate.
In sintesi, in Cina all'interno di una economia pianificata, nell'arco di un ventennio, sono stati gradualmente inseriti elementi capitalistici, prima tramite società straniere e joint ventures stato/investitori esteri e, successivamente, dando la possibilità di fare impresa, sia in forma collettivistica che individuale, anche ai cittadini cinesi, creando in tal modo i presupposti per la trasformazione del sistema economico e per il definitivo decollo dei decenni successivi. Questi due obiettivi vennero perseguiti dal governo cinese spingendo sulla crescita delle esportazioni a buon mercato, grazie a salari molto bassi e offrendo una serie di garanzie agli investitori esteri11.
Dobbiamo tuttavia rilevare che, in questa fase, l’inadeguatezza delle politiche ridistributive, la mancanza di libertà d’associazione sindacale e i vincoli posti a tutte le espressioni spontanee di azione collettiva, che avrebbero potuto bilanciare il controllo del Pcc sull’economia del paese, hanno favorito l’esplosione delle disuguaglianze in seno alla società cinese.

La fase del capitalismo globalizzato
Nell'intento di proseguire sul percorso di liberalizzazione dell'economia, il governo cinese procedette ad avviare riforme tese gradualmente ad allineare il proprio sistema normativo a quello delle grandi organizzazioni capitalistiche internazionali. In particolare questo processo consentì alla Cina di aderire nel dicembre 2001 al Wto (World Trade Organization) e di entrare a pieno titolo nel sistema economico globalizzato.
L'adesione al Wto è un passaggio fondamentale che conduce nella terza fase dell'economia cinese contemporanea, avendo sancito l'apertura ufficiale della Cina al libero commercio con l'estero. Ciò favorì l’ingresso di maggiori investimenti diretti esteri (Ide) nel paese. È proprio in questo periodo che si sviluppò fortemente il fenomeno della delocalizzazione industriale delle imprese occidentali in Cina. L'abbattimento delle barriere protezionistiche, il basso costo della manodopera e l’assenza di sindacati combattivi e di norme ambientali restrittive costituirono, in questa fase, fattori di forte attrazione per molte aziende occidentali e di effetto volano per la nascita di nuove imprese sia pubbliche che private cinesi.
Successivamente all'entrata nel Wto, allo scopo di armonizzare anche il quadro costituzionale alla nuova situazione socio-economica, nel 2004 furono apportati numerosi emendamenti alla Costituzione della Repubblica Popolare fra i quali spiccava quello riguardante la protezione della proprietà privata, regolamentata in seguito da apposita legge del 2007 che, fra le varie, manteneva le 3 forme di proprietà della terra già precedentemente contemplate: pubblica, demaniale e collettiva, quest'ultima esercitata tramite istituzioni locali. Questa disposizione, nel contesto di un quadro giuridico non perfettamente definito, garantiva il diritto ai privati di ottenere la terra in affitto per lunghi periodi: 70 anni a scopo residenziale e, rispettivamente, 50 e 40 per attività industriali e commerciali. Stessa condizione riservata ai terreni agricoli, per i quali ai contadini viene ceduto il diritto d’uso, a sua volta cedibile a terzi.
Queste ultime riforme, grazie anche all'effetto traino dell'esplosione del commercio estero (grafico 2), hanno alimentato ulteriormente la crescita cinese sospingendo la Rpc nella scalata della graduatoria delle potenze economiche mondiali; infatti, se l'economia era aumentata di circa il 10% annuo fra il 1990 e 2004, nel triennio successivo ha continuato a salire sino al 14% del 2007 portando il Pil a 3.389 miliardi di $, scalzando la Germania dal terzo posto a livello mondiale. La crisi globale del 2008-09 che ha gettato in recessione le economie occidentali, ha invece provocato solo un rallentamento della crescita cinese che da allora ha iniziato ad attestarsi su valori intorno al 10% consentendo alla Rpc, pertanto, di continuare a guadagnare terreno rispetto ai paesi sviluppati. Nel 2010 infatti, raggiungendo i 5.900 miliardi di $ di Pil, la Cina, ha sopravanzato il Giappone (5.400 $) divenendo la seconda potenza economica mondiale12 e addirittura in base al Pil a Parità di Potere di Acquisto avrebbe sopravanzato gli Stati Uniti addirittura dal 201413.
Grafico 2: andamento import-export Repubblica Popolare Cinese anni 1989-2018.
Riassumendo, a seguito delle riforme liberalizzatrici di Deng Xiao Ping, viene implementato, fra accelerazioni e rallentamenti, uno sperimentale processo di apertura e di trasformazione del sistema economico, riassunto nel calzante aforisma denghiano "attraversare il fiume tastando le pietre", finalizzato al decollo dell'economia nazionale. Processo di sviluppo che iniziato negli anni '80, si consolida nel decennio successivo, per poi esplodere nei primi anni 2000 e ripiegare, dopo la crisi 2008-9, su valori più bassi (grafico 1) a causa sia della riduzione della domanda mondiale, provocata dalla recessione globale che ha inevitabilmente inciso su un'economia mercantilistica come quella cinese, che del fisiologico percorso di sviluppo dell'economia che prevede, dopo un picco iniziale, un inevitabile rallentamento dei tassi.
Alla luce dei risultati possiamo affermare che, ad oggi, gli obiettivi prefissati da Deng nel 1978 sono stati pienamente centrati, se consideriamo l'eccezionale crescita economica e che le riserve di valuta estera, grazie al surplus commerciale, sono passate da 5,8 miliardi di dollari nel 1980 a 3.070 miliardi nel 2018 e il notevole progresso sociale registrato fra il 1979 e il 2018, periodo in cui la speranza di vita media è salita da 66 a 76 anni e la mortalità infantile nel primo anno di vita dal 52,6 per 1.000 è precipitata all'8,114.

Andrea Vento - 22 dicembre 2019
Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati

2 Preceduta dall'invasione della Manciuria nel 1931 ove L'Impero giapponese creò nel 1932 lo stato vassallo del Manciukò, con a capo Pu Yi l'ultimo imperatore cinese della dinastia dei Qing deposto nel 1911.

3 Un esempio fra i molti che affollano i media nazionali negli ultimi mesi, nell'articolo del Sole 24 ore del 20/12/2018 di Giovanni Cacccaviello dal titolo "Cina 1978-2018: da Deng a Xi ha vinto l'abbraccio al capitalismo" si definisce il periodo maoista addirittura "un periodo di ulteriore involuzione economica, sociale e politica" senza peraltro citare alcun dato a supporto di tale affermazione.

4 Minqi Li (economista cinese, analista dei sistemi mondiali e storico scienziato sociale, attualmente professore di Economia all'Università dello Utah)., The rise of China and the demise of the Capitalist World Economy, Londra, 2008.

5 Giovanni Arrighi, Capitalismo e (dis)ordine mondiale, a cura di Giorgio Cesarale e Mario Pianta, Manifestolibri, 2010.

6 Victor F. S. SIT, “China’s export oriented open areas: the export processing zone concept”, Asian Survey, 28, 6, 1988,

8 Si veda: M. Miranda, “Le nuove prospettive di sviluppo del settore privato nella Rpc – la politica del partito”, Mondo Cinese, n. 108, luglio- settembre 2001 , pp.11 -25 

9 Per approfondimento sulla riforma del diritto commerciale, consultare "Il caso delle imprese" in "Tendenze del diritto commerciale cinese dopo Tiananmen" https://www.tuttocina.it/Mondo_cinese/083_084/083_cava.htm

10 Tratto da "Anno 1992: il momento di svolta per la politica di riforma e apertura della Cina" di Jean-François Huchet

11 Tesi di Laurea "Le Zone Economiche Speciali in Cina e a Taiwan come motori per lo sviluppo economico: un confronto" di Elisa Lion - http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/4434/822220-1173652.pdf?sequence=2


"Nelle sue scarpe. Lungo le tracce di chi è costretto a inseguire il sogno europeo": Recensione del libro di Ilenia Marino




"Nelle sue scarpe. Lungo le tracce di chi è costretto a inseguire il sogno europeo":

Recensione del libro di Ilenia Marino

a cura del Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati

con proposta di Uda interdisciplinare.

Una pubblicazione importante che riporta le storie personali di circa 25 profughi, in netta prevalenza africani, raccolte personalmente durante la sua attività di operatrice presso un Centro di Accoglienza Straordinario in Sicilia, non solo perché smonta la versione diffusa ad arte da settori della politica rispetto alla cosiddetta "pacchia" dei migranti che verrebbero in Italia a spassarsela a spese dello stato italiano ma, soprattutto, perché riconduce il lettore nella dimensione reale delle vicende personali, quasi tutte drammatiche, vissute da questi giovani, nel proprio paese di origine, durante il viaggio ed anche dopo l'arrivo in Italia, fra burocrazia, normative sempre più stringenti e sfruttamento del lavoro.

Inizialmente il libro riporta un vademecum normativo e una disamina delle tipologie di strutture di accoglienza presenti nel nostro paese con le modifiche, peggiorative, apportate negli ultimi anni a danno di chi fugge da persecuzioni e discriminazioni personali e che risultano utili al lettore ad orientarsi in un campo non sempre conosciuto e a comprendere l'essenza delle politiche migratorie italiane, sempre più oggetto di mistificazioni e speculazioni.

Un testo, adatto per giovani ed adulti, che arricchisce sia per il suo portato realistico sia per le ricadute emotive ma, anche, dalla grande valenza formativa che ben si presta, per le sue connotazioni geografiche (è presente, caso rarissimo, una carta geografica di ciascun paese di provenienza) storiche, ambientali, etnico-religiose e politiche per la realizzazione, in ambito scolastico, di progetti didattici interdisciplinari in formato di Unità di Apprendimento (Uda) che il Giga sta elaborando per la Secondaria di Primo e di Secondo Grado.

Attualmente Ilenia lavora come operatrice in Cas della Croce Rossa in provincia di Pisa e accoglie con favore le richieste di presentazioni del suo libro e di interventi presso le scuole per far ascoltare direttamente dalla propria voce le vicende personali dei profughi da lei raccolte.
(Per info gigamail2014@gmail.com).

Andrea Vento per il Coordinamento del Giga.


Presentazione della casa editrice

Più di mille migranti sono morti nel Mar Mediterraneo quest'anno, secondo quanto dichiarato dall'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), citata da La Repubblica. "L'Unhcr chiede urgentemente un aumento della capacità di ricerca e salvataggio, compreso un ritorno delle navi statali dell' Ue nelle operazioni di ricerca e salvataggio e un riconoscimento del ruolo cruciale delle imbarcazioni delle Ong nel salvare vite in mare", ha affermato il portavoce, Charlie Yaxley. Il dato fornito dall’ Unhcr si somma alla dichiarazione del l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) secondo cui dal 2014 a oggi almeno 15.000 persone hanno perso la vita attraversando il Mediterraneo.

Per chi riesce a portare a termine il viaggio il primo impatto con l’Europa è il Centro di accoglienza, luogo “spaesante e, in qualche modo, spaventoso – sostiene Ilenia Marino nel libro appena uscito dal titolo Nelle sue scarpe. Lungo le tracce di chi è costretto a inseguire il sogno europeo. Aprendo la porta d’ingresso, infatti, si vedono tantissime persone, tanti volti sconosciuti che parlano contemporaneamente in lingue diverse e si è circondati da urla, corse, vestiti, scarpe e carte, carte ovunque…”.

La partenza, il viaggio, la fortuna di arrivare vivi, l’accoglienza, il futuro. Daniel, un ragazzo nigeriano, è la voce narrante di un testo che vuole aiutare a comprendere meglio i tragitti fisici percorsi da chi vuole richiedere asilo politico in Europa e quelli simbolici che si compiono affrontando gli ostacoli che la vita pone sul cammino di ogni individuo, aiutando ciascuno di noi a mettersi nei panni dell’altro. Daniel racconta sia la sua vicenda personale che quella di altri ragazzi che hanno vissuto con lui in un Centro d’accoglienza straordinaria italiano.

Il senso di solitudine di chi sa che non potrà mai più vedere la sua famiglia, il razzismo, lo sfruttamento nei campi, la paura di deludere chi contava sulla sua partenza per continuare a vivere sono i sentimenti ricorrenti di ognuno di loro. “Non posso permettermi di fallire”, si ripetono le migliaia di giovani che ogni anno cercano di entrare nella Fortezza Europa.


Scheda del libro

  • Listino: € 13,00
  • Editore: Infinito Edizioni
  • Collana: Afriche
  • Data uscita: 26/09/2019
  • Pagine: 120





Crisi del pianeta, surriscaldamento globale e cambiamenti climatici. Le decisioni dei "grandi della Terra" alla COP25 sotto la lente d'osservazione degli studenti.





Unità di Apprendimento mono o interdisciplinare


a cura del Prof. Andrea Vento

Introduzione e quadro generale della situazione ambientale, politica e dei movimenti sociali
La crisi del pianeta sta manifestando giorno per giorno il suo inesorabile incedere attraverso il manifestarsi di una molteplicità di effetti che disvelano agli occhi dell'umanità la gravità della situazione dell'ecosistema terrestre, il cui stato di crisi si sta pericolosamente avvicinando verso il punto di non ritorno (tipping point).
La leadership politica internazionale, al di là di formali dichiarazioni e proclami di circostanza, sino ad oggi, ha minimizzato, se non ignorato, la gravità della situazione e salvo alcuni provvedimenti estemporanei, marginali e dalla scarsa efficacia, si è sostanzialmente astenuta dall'affrontare la situazione in modo strutturale e incisivo, evitando di prendere seriamente in esame le cause alla base della crisi climatico-ambientale, venendo così meno alla sua funzione istituzionale di guida delle comunità e di gestione del bene comune.
Nel panorama dell'immobilismo mondiale, spicca ogni anno, la COP, la Conferenza sui cambiamenti climatici, una iniziativa promossa dall'Onu a livello governativo con lo scopo di valutare il processo di alterazione dell'atmosfera terrestre, di individuarne le cause e, una volta accertatane l'origine antropica dagli scienziati dell'Ipcc (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell'Onu), di indurre i leaders politici ad assumere impegni per contrastare le emissioni inquinanti, il riscaldamento globale e i mutamenti delle condizioni meteo-climatiche, con i loro devastanti effetti per il pianeta e per l'uomo.
A tal proposito, di particolare rilevanza sono stati gli Accordi di Parigi, raggiunti alla COP 21 del 2015, e finalizzati al contenimento delle emissioni dei gas climalteranti e del riscaldamento atmosferico globale non oltre i 2 gradi (possibilmente 1,5°) entro la fine del secolo. L'accordo, pubblicizzato come risolutivo, aveva suscitato, nell'opinione pubblica mondiale speranze di poter mitigare il processo in atto, ma distanza di 4 anni, alla luce di alcuni suoi limiti strutturali, quali genericità degli impegni presi dai singoli stati e mancanza di controllo e sanzioni, sembra aver perso con la concretezza anche credibilità.
La COP 25 (Conference of parts 25 esima edizione), in programma a Madrid dal 2 al 13 dicembre 2019, si è aperta in uno scenario mondiale significativamente diverso, rispetto agli anni precedenti sia per quanto riguarda l'aggravamento della situazione climatico-ambientale che per le novità in campo politico e dei movimenti sociali.
Quest'anno la situazione risulta particolarmente delicata e, al contempo, incoraggiante, perché da un lato abbiamo la posizione negazionista del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che, dopo aver dichiarato l'abbandono degli Accordi di Parigi nel giugno 2015, ha ufficializzato, nel novembre 2019, il ritiro del proprio Paese, il secondo per emissioni totali di gas climalteranti, creando non poche difficoltà alla lotta al contenimento del riscaldamento globale. Sulla stessa linea il presidente brasiliano Bolsonaro che, non solo nega le cause antropiche del riscaldamento globale dichiarando di procedere all'aumento delle emissioni ma, soprattutto, ha dato un irresponsabile impulso, mai registrato prima, all'abbattimento della foresta amazzonica, vero polmone verde del pianeta capace di catturare, secondo le stime, il 20% dell'anidride carbonica immessa in atmosfera.
Dall'altro, durante il 2019 abbiamo assistito ad uno straordinario quanto imprevisto sviluppo della coscienza ambientale globale, soprattutto fra le giovani generazioni, che ha portato alla formazione e alla crescita del movimento ambientalista del Friday For Future, il quale il 29 novembre ha manifestato per la quarta volta nel 2019 nelle piazze di un numero crescente di stati, questa volta addirittura di ben 157, per un totale di 3.406 eventi. Una sensibilità che cresce anche a causa delle varie manifestazione meteorologiche estreme che si verificano con maggiore frequenza e gravità provocando devastazioni, vittime e migrazioni e che spingono il movimento ecologista a richiedere con decisione interventi immediati e concreti per ridurre l'inquinamento, la deforestazione e il consumo di suolo. In Itali dal 2010 ad oggi, ci rivelo uno studio di Legambiente, si sono verificati 437 fenomeni atmosferici distruttivi, di cui 148 solo nel 2018, provocando in totale 190 vittime.
La crisi climatico-ambientale, secondo ampi settori accademici e il movimento ambientalista, risulta legata a doppio filo al sistema economico dominante a livello globale, il capitalismo estrattivista globalizzato, e agli interessi delle multinazionali, strutturate in potentissime lobby capaci di influenzare le scelte politiche dei governi e delle istituzioni internazionali. Di conseguenza, viene messo in discussione il modello di sviluppo economico basato sulla crescita infinita, che ignora i limiti fisici e biologici del pianeta, e criticato il consumismo sfrenato (il cui emblema è il Black Friday, quest'anno contestato dai movimenti) che accelera l'esaurimento delle risorse, rinnovabili e non, e delle fonti energetiche fossili. Proprio queste ultime sono indicate dal mondo scientifico come le principali responsabili dell'aumento della concentrazione della Co2 in atmosfera che ormai nel 2019 ha superato le 410 parti per milione, spingendoci pericolosamente verso la soglia dello stato di crisi irreversibile. I giovani, gli ambientalisti e gli scienziati dell'Ipcc indicano come strategia inevitabile la decarbonizzazione, vale a dire il superamento del modello energetico basato sulle fonti fossili e la transizione verso le rinnovabili, il risparmio e l'efficientamento energetico ma ancora, in questa direzione, poche misure efficaci sono state prese.
Ugualmente, viene richiesto ai governi di intervenire per apportare profonde trasformazioni al proprio apparato industriale, convertendolo verso forme produttive a basso impatto ambientale, salvaguardando l'occupazione, e risanando gli effetti dell'inquinamento prodotto dalle emissioni che, col tempo, hanno causato effetti estremamente nocivi sulla salute delle persone e sull'ambiente. La storia dell'impianto siderurgico di Taranto, il più importante a livello europeo, ha dimostrato che, una volta dimesso dallo stato, i privati subentrati hanno praticato gestioni scellerate che hanno prodotto un gravissimo livello di inquinamento ambientale e provocato malattie e morti fra abitanti e lavoratori a causa dei mancati interventi di adeguamento dell'impianto alle norme vigenti. I movimenti, i cittadini e le maestranze sono perfettamente consapevoli che qualsiasi privato, soprattutto se una multinazionale straniera, focalizzata sulla massimizzazione dei profitti, difficilmente affronterà i costi della trasformazione ecosostenibile dell'impianto e del risanamento ambientale, per questo chiedono che sia lo stato a riappropriarsene, ad effettuare i necessari interventi ed a far si che in futuro si eviti di mettere i cittadini e i lavoratori di fronte al ricatto di dover scegliere fra lavoro e inquinamento da un lato e disoccupazione e tutela della salute dall'altro.
La gravità degli effetti sociali e ambientali prodotti dalla struttura e dalle dinamiche economiche del capitalismo estrattivo e sviluppista hanno indotto alla coniazione del concetto di Giustizia climatica per indicare che il riscaldamento globale costituisce una questione etica, politica e sociale e non riconducibile esclusivamente alla sfera ambientale; in quanto, si interconnettono gli effetti dei cambiamenti climatici ai concetti di giustizia ambientale e sociale, contemplando vari elementi quali: l'uguaglianza, i diritti umani, i diritti collettivi e le responsabilità storiche per il cambiamento climatico.
Le questioni alla base della crisi ambientale sono molteplici, complesse e sovente interagenti, nessuna delle quali viene oggi risparmiata dalle critiche dei giovani, degli ambientalisti e, soprattutto, del mondo scientifico. In particolare, in Italia, sotto la lente dell'opinione pubblica si trovano: il consumo di suolo causato dalla cementificazione, problema particolarmente sentito nel nostro paese dove l'Ispra (Report 2019) ha rilevato che ancora nel 2018 abbiamo perso ben 51 chilometri quadrati di superficie naturale, in media 14 ettari al giorno, e il conseguente dissesto idrogeologico, fenomeno anch'esso crescente al cui rischio, in base ai dati dell'apposito Rapporto Ispra 2019, sono esposti il 91% dei comuni italiani, contro 88% dell'anno precedente.
Inoltre, a livello globale abbiamo la grande questione del modello di agricoltura dominante, quella industriale (detta agrobusiness), i cui attori, poche grandi multinazionali, all'esclusiva ricerca del profitto, hanno perso di vista la sua funzione primaria di soddisfacimento del fabbisogno alimentare, arrivando al paradosso che oggi sulla Terra si produce cibo per oltre 10 miliardi di persone ma ancora, nel 2019, la Fao ci rivela che ben 820 milioni soffrono la fame. Come pure il settore dei grandi allevamenti bovini e suini intensivi che immettono ben il 14% dei gas climaletranti in atmosfera, addirittura la stessa entità dell'insieme del settore dei trasporti, e consuma quantità enormi di mangimi, spesso coltivati, scalzando le coltivazioni di sussistenza in paesi del Sud, in vastissime piantagioni monocolturali, soprattutto Ogm, in continua espansione, a danno delle aree forestali, come nel caso della soia in Amazzonia.
Infine, altri gravi problematiche risultano il consumo eccesivo di acqua, abbinato alla mancanza di accesso per parte dell'umanità e alle forti disparità di consumi fra il Nord e il Sud del mondo, e la questione dell'inquinamento delle acque, marine, continentali e sotterranee, dell'aria e del suolo, provocato dalle attività produttive, agricole e industriali, dai trasporti, dalle centrali termoelettriche e dai riscaldamenti domestici. La scellerata produzione di plastica usa e getta che, in parte, finisce nell'ambiente terrestre e marino, dove addirittura ha formato enormi isole e che decomponendosi in microplastiche entrano nella catena alimentare. La questione dei rifiuti è diventata sempre più scottante, al punto da mettere in crisi, oltre all'ambiente, anche amministrazioni di città non all'altezza di assolvere al proprio compito. Per la risoluzione del problema, alcuni politici vorrebbero far credere che è necessario realizzare nuovi termovalorizzatori, portatori invece di inquinamento, malattie e morte. Sono i giovani ad indicare che l'unica soluzione sostenibile ambientalmente ed economicamente risiede nella riduzione a monte dei rifiuti, nella differenziazione e nel riciclo attivando il circuito virtuoso dell'economia circolare.
I movimenti, non si limitano alla denuncia, ma hanno anche individuato delle strade percorribili per affrontare concretamente la crisi del pianeta, indicando in primis un comportamento soggettivo virtuoso, forse ispirati dal ghandiano aforisma "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo", mettendo in discussione il proprio stile di vita e praticando la sobrietà, vale a dire ridurre i consumi evitando quelli superflui, acquistare prodotti agricoli locali, utilizzare mezzi pubblici o la bicicletta per gli spostamenti urbani, eliminare gli imballaggi monouso, riutilizzare e riciclare gli oggetti e quant'altro riduca la propria impronta ecologica personale.
Un salto in avanti impensabile sino a qualche anno fa ma, a loro dire, insufficiente ad invertire la rotta, tant'è che sul tavolo di discussione viene messo il modello economico tradizionale nell'intento di indurre i politici a pianificarne e attuarne il superamento. Alcuni indicano lo sviluppo sostenibile e la Green economy come possibili soluzioni del problema, modelli economici che cercano di ridurre la pressione sull'ambiente, l'estrazione e il consumo di risorse allungando la vita delle riserve minerarie ed energetiche, e mirano all'aumento delle produzioni biologiche e delle energie rinnovabili. Tuttavia, altri settori dei movimenti ambientalisti non ritengono risolutivi questi modelli in quanto entrambi non prevedono il superamento del paradigma della crescita economica infinita, oltre a guardare con sospetto il fatto che i loro sostenitori e principali attori sono le stesse multinazionali che hanno portato il pianeta sull'orlo dell'irreversibilità della crisi e che denunciano, forse non a torto, la loro intenzione di crearsi una immagine verde, attraverso operazioni dette di green washing, per poi continuare, tramite le loro attività estrattive e inquinanti, a conseguire ingenti profitti.

Le Unità di apprendimento
Le finalità
Le Unità di apprendimento proposte si prefiggono, a prescinder dalle varie declinazioni elaborate, da un lato di analizzare le cause e gli aspetti della crisi della pianeta e dall'altra di monitorare i lavori della COP 25, con la finalità generale di fornire agli studenti un quadro completo della crisi climatico-ambientale, di stimolarli ad una riflessione sul loro stile di vita e sul modello di sviluppo dominante. Sarà inoltre compito dei docenti proponenti quello di stimolare gli studenti ad individuare modelli economici ed energetici alternativi in grado di invertire la rotta prima che la situazione di crisi dell'ecosistema terrestre diventi irreversibile.
In ultima istanza, il progetto mira a stimolare lo sviluppo di una coscienza ecologica e al raggiungimento di obiettivi concreti in relazione agli stili di vita degli studenti, i quali, si auspica, diventino loro stessi promotori della diffusione di comportamenti personali ecosostenibili, sia nei loro ambiti (scuola, famiglia, amicizie) che in generale nella società.

Proposte di Uda
Le seguenti proposte progettuali sono state elaborate in formato flessibile in modo che i docenti, singolarmente o in collaborazione a seconda se si tatti di Uda mono o pluridisciplinare, possono autonomamente declinarle, adattarle e svilupparle in base ad alcune variabili:
  1. Il Grado (primo o secondo) della Secondaria nella quale verrà effettuata
  2. Il livello, le conoscenze pregresse e il grado di motivazione degli studenti
  3. Le discipline coinvolte
  4. L'impostazione (es. letteraria, di ricerca, laboratoriale, divulgativa ecc)
  5. Le ricadute didattico/formative, culturali e applicative/fattive
Le articolazioni delle Uda
Sia per la Secondaria di Primo che di Secondo Grado: viene attuata in modo mono disciplinare nell'ambito di Geografia in virtù del carattere trasversale dell'approccio di analisi della disciplina.
Per la Secondaria di Primo Grado si tratta di una attività legata principalmente alla Geografia, ma che viene proposta in maniera interdisciplinare attraverso Italiano - Geografia - Cittadinanza - Scienze.
Per la Secondaria di Secondo Grado nell'articolazione multidisciplinare le materie che possono essere coinvolte in toto o in parte risultano: Geografia - Italiano - Scienze della Terra - Economia politica - Religione - Cittadinanza.
Destinatari:
Secondaria di Primo Grado: studenti delle classi prime, seconde e terze in quanto l'attività si lega alla climatologia che, seppur a diversa scala regionale, viene affrontato in tutti gli anni del corso di studi e, in particolar modo, nelle terze in quanto la crisi ambientale rientra nel programma curricolare della Geografia nella sua declinazione Generale.
Secondaria di Secondo Grado: studenti delle classi seconde, terze, quarte e quinte ma soprattutto nelle seconde, nelle quali nell'ambito del programma curricolare di Geografia nel suo comparto Generale viene affrontata la climatologia, tutti gli aspetti della crisi del Pianeta, la questione energetica, i sistemi ed i modelli economici, l'agricoltura, l'industria i trasporti, la globalizzazione e le questioni sociali.
Tempi
Lo svolgimento dell'intera attività didattica, appurata l'ampiezza e la complessità dell'argomento, comporta circa un mese di tempo ma i tempi si restringono a seconda delle attività previste, del livello di approfondimento e delle varie declinazioni.
Per quanto riguarda il monitoraggio dello svolgimento dei lavori della COP 25 occorrono una decina di minuti al giorno attingendo da Internet, dai social, dalla radio, dalla TV e mediante giornali on-line, cartacei e riviste specializzate.
I ragazzi dovranno tenere un diario di bordo e annotare informazioni, scaricare articoli etc. e poi in classe ne riferiranno il contenuto e si ragionerà insieme. Non essendo possibile prevedere gli sviluppi occorre essere flessibili nell'attuazione e nella stesura della relazione finale.
Metodologie
L'effettuazione delle Uda possono prevedere la lettura di testi, sia saggi semplificati che romanzi, da parte degli studenti per approfondire le tematiche trattate e fornire chiavi di lettura e strumenti di riflessione. Nella sezione strumenti ne sono stati selezionati alcuni funzionali allo scopo.
Il lavoro viene svolto a gruppi, assegnando a ciascuno una tematica da affrontare: ad un gruppo quella relativa al monitoraggio della Cop 25 e ai restanti, altri aspetti della crisi climatico-ambientale individuati insieme agli studenti in base ai loro interessi.
Per il monitoraggio della COP 25 quotidianamente si cercano le informazioni, una volta raccolto sufficiente materiale si possono scrivere i primi articoli (ma anche brevi tweet). Una vota conclusa la Conferenza e divulgate le conclusioni si procede all'analisi globale dei lavori e al loro commento con un articolo finale.
Possibilità di pubblicare gli articoli migliori prodotti dai ragazzi (ma anche disegni etc.) sul Gigablog e sui siti delle scuole interessate al progetto
Per gli altri argomenti della crisi della pianeta dopo aver analizzato e studiato le tematiche si stimolano gli studenti alla realizzazioni di elaborati in varia forma (es. articolo di giornale, saggio breve, manifesto ecc), di presentazioni in ppt o altre tipologie anche artistiche concordate con gli studenti e carte tematiche, cartogrammi e grafici con possibilità di allestire anche una mostra.
Si utilizzano le seguenti strategie didattiche: Lezioni frontali, lezioni dialogate, modalità cooperativa, apprendimento differenziato e flipped classroom, applicazione del metodo geografico.
Contenuti:
Gli argomenti da trattare nelle lezioni didattico/formative:
  1. Elementi di climatologia
  2. La crisi del pianeta. Definizione, cause e i molteplici aspetti.
  3. Le arre forestali e la deforestazione. La questione dell'Amazzonia
  4. La questione dell'acqua: disponibilità, accesso, consumi e politiche di gestione
  5. L'inquinamento atmosferico, delle acque e dei suoli
  6. I rifiuti: tipologie, trattamento e direttive europee. La strategia delle 3 R
  7. Il sistema energetico mondiale
  8. Cambiamento climatico: cause e conseguenze. Fornire visioni sistemiche della problematica. Esempi. Cause: collegamenti alla Rivoluzione industriale (prima e seconda); combustibili fossili; inquinamento (idrico, atmosferico, del suolo...) deforestazione, impatto dell'agricoltura intensiva sull'ambiente, ruolo delle multinazionali... Conseguenze: desertificazione, profughi climatici, le malattie legate all'inquinamento, riduzione della biodiversità, scioglimento ghiacciai, innalzamento acque, aumento fenomeni meteorologici estremi etc...
  9. L'agrobusiness
  10. I sistemi economici e i modelli di sviluppo: Caratteristiche ed effetti sociali e ambientali
  11. Proposte e soluzioni (ricordarsi di dare sempre una visione): sobrietà, Buen vivir, decrescita, agroecologia, economia circolare ma anche proposte concrete realizzabili individualmente e nell'ambito di piccole comunità come eliminare gli sprechi, ridurre i consumi superflui, cambiare modello di mobilità, attuazione raccolta differenziata ecc

Alcuni spunti per le tematiche dei lavori di ricerca da selezionare insieme agli studenti:
  1. La crisi del pianeta: concetto, cause generali e specifiche e aspetti. Gli strumenti di misurazione: impronta ecologica e Overshoot day
  2. Inquinamento: fonti, aspetti e ed effetti
  3. Riscaldamento globale e questione energetica
  4. I cambiamenti climatici
  5. Il consumo e l'erosione di suolo
  6. La deforestazione
  7. La questione dell'acqua
  8. I rifiuti. Le politiche di gestione. la strategia delle 3 R
  9. La questione della plastica
  10. Agrobusiness e allevamenti intensivi
  11. L'impatto ambientale, economico e sociale dell'e-commerce e del Black Friday
  12. Sistemi economici e modelli di sviluppo: tradizionale (estrattivo-sviluppista), lo sviluppo sostenibile (green economy ed economia circolare) e la decrescita. Il Buen vivir. L'ecosocialismo.
Attività laboratoriali e di ricerca
  1. Laboratorio: "Le anomalie climatiche della regione e/o della città di mia residenza"
  1. Laboratorio: "La mia impronta ecologica"
  1. Laboratorio: "Chiare, fresche e dolci acque"
Già predisposto dal Giga. Il materiale in formato file viene consegnato su richiesta e contiene: 1) dossier acqua, 2) laboratorio "22 marzo giornata mondiale sull'acqua", 3) impronta idrica.
  1. Laboratorio:"5 dicembre: Giornata mondiale contro il consumo di suolo"
Già predisposto dal Giga. Il materiale in formato file viene consegnato su richiesta e contiene: 1) dossier informativo, 2) laboratorio di geografia applicata con tabelle e grafici, 3) laboratorio con domande sul dossier e con attività di osservazione diretta e analisi del paesaggio.
  1. Laboratorio “La raccolta differenziata nei comuni serviti da Geofor"
Attività di studio, monitoraggio e confronto delle percentuali di raccolta differenziata dei comuni http://www.geofor.it/?id=dati_differenziata
  1. Laboratorio "Il Pianeta malato" finalizzato sulla realizzazione di una mostra.
Realizzazione di carte tematiche e cartogrammi su planisferi muti e carte dell'Italia 60x100 e di cartelloni esplicativi della mostra su argomenti inerenti la crisi del Pianeta:
1) Riscaldamento terrestre. Realizzazione di carta tematica. Fonte: https://www.reteclima.it/il-cambiamento-climatico/
2) Impronta ecologica per stati. Realizzazione di cartogramma e commento. Fonte: I.e. procapite: https://data.footprintnetwork.org/#/ I.e. totale: https://data.footprintnetwork.org/#/
3) Consumo di suolo nelle regioni italiane. Realizzazione di tabella, di cartogramma e commento Fonte: Rapporto Ispra Consumo di suolo 2019 (21 settembre 2019) https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2019/09/Rapporto_consumo_di_suolo_20190917-1.pdf
4) Desertificazione regioni italiane (realizzazione di cartogramma e commento) Fonte: https://blog.geografia.deascuola.it/articoli/italia-a-rischio-desertificazione
5) La raccolta differenziata nelle regioni italiane. Realizzazione di tabella, di cartogramma e commento. Fonte: Ispra Rapporto Ambiente 2018 pag 48-49 (luglio 2019) https://annuario.isprambiente.it/sites/default/files/pdf/2018/Report-sistema.pdf
6) L'Italia sommersa. L'innalzamento futuro del livello dei mari Italia. Realizzazione di carta. Fonte: https://www.alessandropoletti.it/riscaldamento-globale-italia-sommersa-a-breve-il-mio-pensiero/
Strumenti
Sia nel lavoro domiciliare che in classe è previsto l'utilizzo di computer e Lim con connessione ed eventualmente con smartphone e tablet.
Didattico/formativi:
Letture per gli studenti
  • "Sos ambiente. Per uno sviluppo sostenibile in un mondo senza guerra" di Manlio Dinucci e Carla Pellegrini. La vela editore 2019, pag 140. Formato piccolo. Prezzo 10 euro.
Testo di recentissima pubblicazione scritto con taglio divulgativo e semplificato, sintetico ma puntuale nella trattazione degli argomenti. Utile strumento sia a scopo formativo che di approfondimento. Per ordini per scolaresche possibile sconto del 50%
  • "Gratis è meglio. Tempo, lavoro e denaro: le persone più del mercato" di Francesco Gesualdi. Emi editore 2016. pag 61. Formato tipo Stampa alternativa. Prezzo 5 euro
Lettura piacevole e scorrevole, testo chiaro ed essenziale di un autore che ha fatto della competenza e della capacità divulgativa la sua cifra.
  • "Laudato si' di Papa Francesco. Piemme editore 2015. Prezzo 7,65 euro
 I mass media l'hanno chiamata l'enciclica "green", in realtà mette al centro anche i temi dell'economia, denunciando lo scandalo del miliardo e mezzo di persone che vivono sotto la soglia di povertà, quella che Jorge Mario Bergoglio chiama da tempo: miseria globalizzata. Sono i poveri secondo Bergoglio a subire le più drammatiche conseguenze dello sfruttamento insensato delle risorse del pianeta, della desertificazione, della scarsità e dell'avvelenamento delle acque, della espropriazione di terre coltivabili, dell'inquinamento atmosferico e dell'iniqua distribuzione di materie prime. 
  • "L'altra via - dalla crescita al benvivere, programma per una economia della sazietà" di Francesco Gesualdi. Altra economia editore. 2009. Libretto in formato tipo Stampa alternativa di circa 100 pag. Scaricabile gratuitamente dal link http://www.cnms.it/attachments/article/24/altravia_0.pdf
Lettura, adatta per gli studenti, semplice e al contempo illuminante di un autore fra i precursori della denuncia dell'insostenibilità ambientale e sociale del modello di sviluppo attuale. Significativo il confronto fra la data dell'Overshoot day del momento della scrittura e quella del 2019. Molto interessanti soprattutto le prime 2 sezioni.
  • "Il guardiano" (romanzo) di Max Strata. Disssensi edizioni 2018 pag 180. Prezzo 13 euro
Una lettura appassionante che narra la storia di 2 protagonisti legati solo apparentemente da questioni legate all'ambiente e ai risvolti umani interiori. Suggestive le descrizioni dell'ambiente naturale fatte con estrema competenza e dovizia di particolari dall'autore, famoso ecologo. Una lettura che apre spunti di riflessione sul rapporto fra uomo, affari e ambiente che tiene in suspance il lettore sino al colpo di scena finale. Adatto per gli studenti.
Di formazione, aggiornamento e approfondimento per docenti:
  • "I limiti della crescita" rapporto del System Dynamics Group del Massachuesetts Institute of Technology (Mit) per il progetto del Club di Roma sulla difficile situazione dell'umanità. Luce edizioni Editore. 1972 prima stampa, 2018 ultima.
  • "Sobriertà Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti" di Francesco Gesualdi. Editore Feltrinelli 2005.
  • "Breve trattato sulla decrescita" di Serge Latouche. Bollati-Borlinghieri 2008
  • "I signori della green economy" di Alberto Zoratti e Monica Di Sisto. Emi editore 2013
  • "La Grande transizione" di Mauro Bonaiuti. Bollati-Borlinghieri 2013
  • "Oltre il Limite. Noi e la crisi ecologica" di Max Strata. Dissensi edizioni 2015
  • "Conoscere l'agroecologia" di Silvia Perez - Vitoria e Eduardo Sevilla Guzman. Multus liber editore 2015.
  • "Transizione ecologica. La finanza a servizio della nuova frontiera dell'economia" di Gael Giraud. Emi editore 2016
  • "Il pianeta mangiato. La guerra dell'agricoltura contro la Terra". di Mauro Balloni. Dissensi edizioni 2017
  • "Picco per capre. Capire, cercando di cavarsela, la triplice crisi: economica, energetica ed ecologica" di Iacopo Simonetta e Luca Pardi. Luce edizioni 2019
Fonti utilizzabili per didattica, laboratori e ricerche:
Analisi quadro della generale della situazione ambientale, politica e sociale agli inizi dei lavori della Cop 25 effettuata dal Giga e posta alla primo paragrafo della presente Uda ed è utilizzabile come introduzione e filo conduttore dei lavori.
Articolo: Ultimo appello dell’Onu a Cop25: «Siamo fuori tempo massimo»

Informazioni sulle posizioni e le politiche attuate dagli stati e dalle istituzioni sovranazionali: Il Parlamento Ue dichiara l'emergenza climatica

Emissioni - riscaldamento globale
Rapporto sulle carenze di riduzione delle emissioni e sullo stato di avanzamento globale dell'azione per il clima 2019. Fonte Onu. Infografica u-tilizzabile anche come supporto per didattica.

A tutto carbone (dossier Extraterrestre)
Ghiacciai alpini (catasto ghiacciai)

Deforestazione amazzonia:
Agricoltura, Agrobusiness, agroecologia Dossier di Navdanya International: "Il futuro del cibo - Biodiversità e agroecologia per un'alimentazione sana e sostenibile" della campagna "Per un cibo e un’agricoltura liberi da veleni" https://navdanyainternational.org/it/publications/il-futuro-del-cibo-biodiversita-e-agroecologia-per-unalimentazione-sana-e-sostenibile/
Fiumi
Dossier Wwf "LiberiAmo i fiumi" https://www.regionieambiente.it/fiumi-campagna-wwf/ Dossier Wwf. "Un futuro per i nostri fiumi" https://www.wwf.it/news/?50601/Fiumi-cemento
Modello di consumo Green Friday stop al consumismo sfrenato https://www.terranuova.it/News/Stili-di-vita/Stop-al-consumismo-sfrenato.-Che-GreenFriday-sia Bloc Friday contro amazon: "inquina quanto il Portogallo https://ilmanifesto.it/bloc-friday-contro-amazon-inquina-quanto-il-portogallo-2/
Per avere spunti è possibile trovare l'attività svolta dalla Prof.ssa Campani in occasione della COP 21 e 23 sul Gigablog: http://ilgigablog.blogspot.it/2016/07/andando-ritroso-attivita-didattica.html http://ilgigablog.blogspot.com/2017/11/conclusioni-24-mani-sulla-cop-23-classe.html
Verifica finale
Si può scegliere una modalità cooperativa o lavori individuali.
1.     In passato abbiamo somministrato prove di verifica singole per ciascuna disciplina in itinere e prova finale interdisciplinare Italiano-Geografia con doppia valutazione
2.     Valutazione del prodotto realizzato, ma anche il processo che ha portato alla sua realizzazione (con apposita griglia con indicatori legati alle competenze di cittadinanza)
3.      Valutazione di eventuali proposte emerse dagli studenti. Come ad es. quelli realizzati dagli studenti dell'Itc Pacinotti di Pisa: nell'a.s. 2016/17 il Manifesto della Sostenibilità e nell'a.s. 2019/20, come ricaduta in ambito letterario, una recensione del romanzo "Il guardiano"

MANIFESTO PER LA SOSTENIBILITA' AMBIENTALE
L'educazione ambientale è uno strumento fondamentale per sensibilizzare i cittadini.
Essa non riguarda solo l'ambiente ma anche l'economia (modello di sviluppo, consumi, povertà ecc.) e la società (cultura di pace, diversità culturale). L'educazione ambientale tocca tutti gli aspetti della vita, portando rispetto agli altri e alle future generazioni.
In questo anno scolastico, con il Prof A. Vento di Geografia e la Prof.ssa L. Luschi di Lettere, abbiamo studiato tutti gli argomenti e i vari aspetti della crisi che sta vivendo l'ecosistema terrestre e affrontato il tema dello sviluppo sostenibile.
La crisi del pianeta è data dall'aumento della popolazione, dalla diffusione di certi modelli di produzione e dall'aumento dei consumi individuali e comporta inevitabili modifiche agli ecosistemi. L'indicatore che determina la pressione dell'uomo sugli ambienti e misura il consumo delle risorse è l'Impronta Ecologica, in base alla quale noi in Italia consumiamo 2 volte mezzo in più della quantità di risorse naturali a nostra disposizione. Altro fattore importante della crisi del pianeta è l'inquinamento, provocato dalle attività industriali, dalla produzione di energia, dall'attività agricola intensiva e dagli scarichi e dai rifiuti umani e, un altro ancora, quello più importante e indispensabile, è la scarsità dell'acqua e il grave problema dei cambiamenti climatici che tocchiamo con mano ogni giorno.
Durante lo svolgimento di questi argomenti abbiamo avuto una bella occasione di fare un incontro con l'autore, Francesco Gesualdi, discutendo su un libro di attualità nel quale vengono analizzate le crisi nel mondo attuale, dichiarando che occorre scoprire “Un'Altra Via”
Per trasformare questo mondo, dovremmo iniziare a diminuire gli sprechi attraverso cose semplici e fattibili da ogni persona anche nella nostra scuola:
        Chiudere l'acqua corrente mentre ci laviamo i denti e le mani, evitando cosi, nel lungo andare lo spreco di ingenti quantità di acqua.
        Comprare solo elementi che siamo certi di consumare o utilizzare.
        Effettuare la Raccolta differenziata.
        Evitare i prodotti e gli imballaggi usa e getta.
E tante altre piccole cose che possono dare vita a uno sviluppo sostenibile.
Nella nostra scuola a seguito di questo percorso ad esempio abbiamo fatto sì che tutte le persone potessero dare un loro contributo, organizzando noi studenti la raccolta differenziata e la raccolta dei tappi di plastica, piccoli gesti che se messi insieme potremmo combattere per il raggiungimento dello scopo comune, ovvero la diminuzione dell'impatto ambientale. Anna dell'Agnello 2 c Pacinotti - a.s. 2016/17

Recensione del romanzo ecologista "Il guardiano" realizzata 

da Emiliano Barsotti, giovane e promettente studente 

dell'Istituto Pacinotti di Pisa

Le ricadute del progetto Contemporanea..mente sul processo formativo 

degli studenti

Durante lo scorso anno scolastico nell'ambito del progetto Contemporanea..mente abbiamo dato ampio spazio alle tematiche della crisi ambientale, del cambiamento climatico e del modello di sviluppo organizzando anche alcuni incontri pomeridiani con esperti del settore e con giovani attivisti del movimento Friday For Future. Uno di questi incontri ha visto come protagonista l'ecologo e amico Max Strata che oltre ad effettuare una lezione introduttiva sulle tematiche sopracitate ha anche presentato la sua ultima pubblicazione. Dopo 2 saggi a carattere divulgativo, il noto ecologo si è cementato per la prima volta nella scrittura di un romanzo che per competenza e vocazione non poteva non trattare le tematiche a lui care. All'incontro, dal titolo "Il pianeta è uno solo, salviamo la Terra", tenutosi l'8 marzo nell'aula magna del Liceo classico Galilei ha registrato una straordinaria partecipazione da parte di docenti, esterni alla scuola ma, soprattutto, da una nettissima maggioranza di studenti sia del Ite Pacinotti che del Liceo Galilei. Le tematiche hanno suscitato grande interesse e partecipazione nei presenti tant'è che alcuni hanno acquistato le pubblicazioni di Max Strata. Tra questi un mio studente di 1 b afm del Pacinotti, Emiliano Barsotti, che si è sempre distinto non solo per le ottime capacità ma anche per il notevole interesse per la geografia e in particolare per le tematiche ambientali. Emiliano ha quindi letto durante l'estate l'appassionante romanzo di Max Strata "Il Guardiano" e senza che gli fosse stato commissionato, in apertura del nuovo anno scolastico mi ha consegnato questa sorprendente recensione che sottopongo alla vostra attenzione.

Prof Andrea Vento
Docente di Geografia all'Ite "A. Pacinotti" di Pisa

IL GUARDIANO di Max Strata

Il Guardiano”, romanzo scritto dall'ecologo Max Strata, ha come sfondo i temi dell'emergenza climatica e dell'inquinamento ambientale sul nostro pianeta.
Il romanzo è avvincente e lascia col fiato sospeso il lettore fino alla fine.
Si leggono due storie parallele che convergono solo in un finale inaspettato.
Da una parte la storia, ambientata in una piccola cittadina sommersa da smog e aria malsana, di un arguto ispettore di polizia che si chiama Jean Tommasi che indaga su un apparente suicidio di un anziano ingegnere. Apparente in quanto in seguito, proprio l'ispettore Tommasi scoprirà che si tratta di un delitto commissionato da un potente imprenditore senza scrupoli: Amos Rivera. Tale imprenditore, intenzionato a costruire un complesso abitativo su terreni dove una ormai fallita industria chimica aveva sotterrato rifiuti altamente tossici ed inquinanti, ha trovato il consenso a procedere falsificando i risultati delle analisi chimiche del terreno in accordo coi politici locali e con qualche pezzo grosso della questura. L'anziano ingegnere che in quel periodo è Consigliere comunale scopre tutto e per questo viene fatto uccidere. L'ispettore Tommasi, sposato e con un figlio di 8 anni, portando alla luce la verità è vittima di un tranello: un collega, arrivista e corrotto, fa in modo che venga avvicinato da una donna; nel frattempo avverte la moglie di Tommasi che questi ha un'amante. La moglie lo fa pedinare da un detective che le fornisce foto che provano appunto che il marito ha un'amante. Così la moglie lo lascia. Tommasi si accorge allora di essere caduto in una trappola sapientemente architettata da quel collega che, oltre ad essere corrotto, lo ha sempre invidiato e ostacolato. Così si reca al Comando di Polizia e lo affronta spaccandogli la faccia e mandandolo all'ospedale; per questo viene richiamato e punito con il trasferimento in un Commissario molto distante da casa che non accetta decidendo quindi di lasciare la Polizia.
Dall'altra parte la storia di Anam, “il Guardiano “ di Casa Rossa, un edificio immerso in un terreno ricoperto da una rigogliosa macchia mediterranea di proprietà di una fondazione. Anam vive quindi a stretto contatto con la natura e le descrizioni che Strata fa del paesaggio sono minuziose e particolareggiate tanto che a volte sembra di percepire il rumore delle foglie e il profumo del sottobosco. Anam resta a Casa Rossa per qualche tempo. Qui fa buona guardia permettendo di usufruire del luogo alle persone che non fanno danni ed allontanando chi invece è malintenzionato come bracconieri e prepotenti che mettono in pericolo l'ambiente accendendo fuochi o lasciando rifiuti. Spesso fa visita ad un vecchio ginepro dal tronco attorcigliato portandogli doni quasi fosse un Dio. Soddisfatto di questa suo vivere in mezzo alla natura coltiva perfino un orto in maniera biologica cioè senza concimi chimici anche se una forte siccità e un caldo fuori dal normale, segno inequivocabile del cambiamento climatico, gli rovinano il raccolto. La sua vita in quest'oasi di pace e tranquillità, dove dimentica un passato assai doloroso, scorre serena fino a che un giorno, riceve un messaggio sul cellulare dove gli si dice di lasciare la tenuta in quanto è stata acquistata da una società immobiliare che su quel terreno costruirà una residenza di lusso. Anam resta inebetito e affranto e proprio lo stesso giorno riceve la visita del figlio diciottenne Luca. Questi vive con la mamma che ha un nuovo compagno e vede il padre due settimane all'anno. Luca ha comunque un bel rapporto col padre e ricorda volentieri la sua infanzia trascorsa con lui e la mamma. Ora il ragazzo è fidanzato con una ragazza che sta vivendo un momento molto doloroso e particolare: il fratello che lavora in una ditta che produce vernici è rimasto vittima di un incidente sul lavoro ed ha il corpo ustionato per il 60% e lotta tra la vita e la morte all'ospedale. La sorella per questo è molto arrabbiata e tenta di convincere il fidanzato ad uccidere quello che secondo lei è il responsabile della disgrazia: Amos Rivera. Luca, che non se la sente, ne parla col padre che al momento che ode il nome di Rivera ha un sussulto. Padre e figlio continuano a parlare della questione poi cenano e vanno a dormire. Al risveglio Luca nota che il padre non è in casa e trova accanto alla colazione che gli ha lasciato, un libro dal titolo “Jean Tommasi- Storia di un ispettore”. Nel frattempo Anam che è uscito portando con se una vecchia pistola trovata nella tenuta medita di uccidere Rivera e poi di suicidarsi ma non lo fa...rimarrà accanto a suo figlio, conoscerà la sua fidanzata e andrà ad abitare su una collina lontano dalla città. Amerà tutto ciò che non tornerà una seconda volta.
Ciò che mi ha colpito è la notevole differenza degli ambienti in cui si svolgono le due storie: un ambiente che, nonostante debba fare i conti col clima che purtroppo sta cambiando, è comunque un ambiente dove la natura la fa da padrona con tutta la sua maestosità contrapposto ad un ambiente dove invece predominano inquinamento e smog, dove l'aria è irrespirabile e dove l'uomo con la sua voglia di potere ha distrutto la natura e se stesso.
Quando si vive la storia di Jean Tommasi viene voglia di mettere la mascherina come fa lui quando inforca la bici per andare a lavoro: si ha una visione grigia del paesaggio e quasi sembra che manchi l'aria. Quando invece ci si immerge nella storia di Anam il Guardiano viene voglia di respirare a pieni polmoni. Solo nel momento in cui racconta della grande siccità estiva si ha un quasi mancamento ma alla prima pioggia si riprende fiato e si ha una visione del paesaggio naturale verde e rigoglioso; chiudi gli occhi e quasi ti sembra di stare sotto l'imponente ginepro ad assaporare i profumi del bosco che pullula di animali selvatici.

Emiliano Barsotti
classe 2 b afm - a.s. 2019/20
Istituto Tecnico Economico "A. Pacinotti" di Pisa