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lunedì 27 novembre 2017

Conclusioni a 24 mani sulla Cop 23. Classe seconda D scuola media di Fauglia.


La classe 2d della Secondaria di 1° di Fauglia, insieme alla professoressa di storia e geografia , si è interessata ai cambiamenti climatici del mondo seguendo la conferenza mondiale sul clima (COP 23) dal 6 al 18 novembre 2017.
La classe ha cercato informazioni a partire dal sito ufficiale della conferenza, sia a casa in maniera individuale che a scuola lavorando a gruppi, che suddividendosi il lavoro in modo individuale e autonomo.
Durante lo svolgimento della conferenza la docente ha fornito sia cartacei che on line articoli, interviste di alcuni personaggi di spicco tra cui Angela Merkel, la cancelliera tedesca.
Intanto il compito principale della classe era documentarsi per scrivere degli articoli che informassero sugli avvenimenti della Conferenza e sui motivi che hanno spinto 196 Paesi del mondo ad aderire a questo meeting.
Al termine della prima settimana di conferenza la classe, divisa in 3 gruppi, ha pubblicato i suoi primi lavori , sia sul sito della scuola che su un sito di docenti di geografia:
  1. la storia della Conferenza con cenni alle precedenti edizioni
  2. argomenti trattati giorno per giorno
  3. interviste a Angela Merkel, a Daniel Kammen e a Arnold Schwarzenegger

A seguire, in classe abbiamo riletto gli articoli e discusso sull’Effetto Serra che è una conseguenza dell’inquinamento dovuto all’emissione di gas tossici; mentre a casa abbiamo scritto singolarmente un articolo in cui raccontavamo gli eventi di tutta la Cop 23.
Concludendo questa unità di apprendimento della Cop 23 la classe ha commentato e corretto tutti gli articoli che erano stati scritti dai ragazzi e ha redatto questo articolo finale tutti insieme, con il quale ciascuno ha compreso come gesti individuale e quotidiani, anche se appaiono piccoli, possano migliorare la salute e la salvaguardia del pianeta in cui viviamo.

Tutta la classe 2D a.s .2017-2018

martedì 21 novembre 2017

Conclusa la Cop 23 di Bonn all'insegna dell'attendismo dei Grandi della Terra mentre il surriscaldamento globale e gli eventi climatici estremi si fanno sempre più drammatici. Le anomali meteorologiche dell'ultimo Ottobre in Toscana.

  di Andrea Vento - Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati - 19 novembre 2017


Dal 7 al 17 novembre a Bonn, presieduta dalle isole Fiji, si è tenuta la Cop 23 (la 23esima Conferenza annuale sul clima organizzata dall'Onu) nel cui ambito, i rappresentanti di 195 paesi più l'Ue, si sono riuniti al principale scopo di trovare strategie di applicazione concreta degli Accordi di Parigi, raggiunti alla Cop 21 del 2015, in tema di riduzione dei gas climalteranti. Accordi storici che, a seguito dei proclami enfatici dei leaders mondiali, avevano suscitato grandi speranze per il contenimento del gravoso problema del surriscaldamento globale. Il 'clima' fiducioso è però ben presto svanito dopo le analisi degli ecologisti sul testo conclusivo dal quale sono invece emerse significative criticità, in primis: la mancata istituzione sia di “un comitato di controllo del rispetto delle disposizioni” che di un "meccanismo sanzionatorio" per chi non rispetti gli impegni sottoscritti. In pratica si tratta di accordi giuridicamente non vincolanti il cui rispetto è riposto nella sensibilità ambientale dei governi e nella loro determinazione politica nel trasformarla in atti concreti.
La Conferenza di Bonn che si era aperta con queste premesse e col dichiarato scopo di accelerare sulla strada dell'implementazione degli Accordi di Parigi e di fissare più stringenti regole, dopo due settimane di incontri serrati si è conclusa senza alcuna decisione importante, tant'è che si svolgerà una sorta di sessione suppletiva della Conferenza nel mese di dicembre a Parigi. Un fallimento in parte annunciato e confermato dall'assenza dei principali leaders mondiali, ad eccezione di A. Merkel e di M. Macron, e del grande circo mediatico internazionale che ha, salvo alcune eccezioni, disertato, e quindi oscurato al grande pubblico, l'evento.
Quattro tuttavia risultano, seppur di basso profilo, i risultati conseguiti degni di nota:
  • Approvazione di un piano d’azione per la parità dei sessi: il Gender action plain. Sicuramente apprezzabile ma del quale non si comprende la stretta attinenza col contenimento del riscaldamento globale.
  • Riconoscimento del ruolo dei “Popoli Nativi” nella lotta al cambiamento climatico, nella conservazione della bio-diversità e nella salvaguardia dell’ambiente. Viene ufficialmente preso atto che i popoli autoctoni non saranno più un ostacolo, bensì una risorsa nella lotta al riscaldamento globale.
  • Attivazione del gruppo di lavoro sulla sicurezza alimentare e sull’agricoltura. Dopo sei anni di evanescenti trattative, alla Cop23 è stato riconosciuto che il cambiamento climatico aggrava l’insicurezza alimentare delle popolazioni più fragili e, contemporaneamente, che le pratiche agricole correnti (agro-industriali) incidono sulle emissioni di gas serra per circa il 21% del totale, imponendo un radicale ripensamento del settore dell'agrobusiness, in modo da ridurne le emissioni.
  • Sorpasso” effettuato da parte delle realtà locali (regioni, città, comuni, comunità indigene, ecc), alle rappresentanze ufficiali degli Stati. Emblematico è il caso della California che, nonostante le decisioni di Trump di uscire dagli Accordi di Parigi, ha annunciato a Bonn per bocca del suo governatore Jerry Brown il rispetto degli impegni da parte del proprio stato.
Tutto il resto un'empasse totale. In pratica non sono state assunte significative decisioni in merito:
  • al meccanismo di risarcimento dei danni e delle perdite (Loss and Damage)
  • al finanziamento delle misure di compensazione per indurre i Paesi in via di Sviluppo a ridurre le emissioni
  • alla trasparenza dei finanziamenti da concedere per la realizzazione delle misure di mitigazione ed adattamento.
Le responsabilità del fallimento sono principalmente riconducibili agli egoismi nazionali dei paesi più sviluppati i quali, nonostante i proclami di voler comunque andare avanti a prescindere dalle posizioni di Trump, si sono distinti per le assenze o per dichiarazioni 'fumose' come quelle della Cancelliera tedesca che dopo aver affermato che "Quella del clima è una sfida centrale per il mondo, una questione di destino dell'umanità" ha poi ripiegato su un più prudente "La chiusura delle centrali a carbone (ancora in numero rilevante in Germania1) è un problema sociale"- perché secondo la Merkel potrebbe comportare un aumento del costo dell'energia- e che "va affrontato con calma", rinviando, a imprecisati più idonei tempi, la decarbonizzazione energetica tedesca.
Il fallimento dei lavori della Conferenza è riassunto nel documento conclusivo dal quale emerge la richiesta al segretario Onu Antonio Guterres di preoccuparsi della reale messa in pratica delle azioni da parte degli Stati membri: dall’effettivo svolgimento dei compiti assegnati alla distribuzione trasparente dei finanziamenti.

Lo stato attuale dell'atmosfera
Mentre a Bonn andava in scena la rituale commedia delle parti, all'insegna dell'immobilismo, i report in materia di recente realizzazione da parte di vari Istituti di ricerca fotografano una situazione in allarmante evoluzione, sia per quanto riguarda la composizione chimica dell'atmosfera, che per le condizioni meteo-climatiche globali.
In base al report diffuso dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) a fine ottobre la concentrazione di Co2, principale gas serra, in atmosfera si sarebbe ormai stabilizzata oltre le 400 parti per milione, avendo raggiunto quota 403 a fine 2016, con un aumento di 3 punti rispetto all'anno precedente. In pratica un netto e strutturale sforamento della soglia di sicurezza fissata a quota 350 oltre la quale le possibilità di riduzione diventano estremamente più complesse. Infatti anche se riuscissimo fin da oggi ad abbattere totalmente le emissioni inquinanti, la concentrazione di Co2 in atmosfera continuerebbe ad aumentare per alcuni decenni, a causa dell'inerzia del fenomeno, rendendo problematico il rientro sotto tale soglia. Questa particolarità, tipica dei sistemi complessi, è confermata dal rapporto annuale della NEAA (Agenzia per la valutazione ambientale olandese) dal quale risulta che nel 2016, per il terzo anno consecutivo, le emissioni globali di Co2 sono risultate invariate senza tuttavia riuscire a contenerne l'aumento della concentrazione in atmosfera.
La presenza di Co2 nell'atmosfera ha subito un forte incremento rispetto all'era pre-industriale (1750) registrando ad oggi una crescita del 145% con una brusca impennata nell'ultimo mezzo secolo, durante il quale è salita di ben 80 punti, passando da circa 320 agli attuali 403 ppm. Una crescita inarrestabile che rischia di vanificare, se non affrontata drasticamente, gli obiettivi fissati agli Accordi di Parigi: contenere l'aumento della temperatura media terrestre non oltre i 2 gradi centigradi (possibilmente 1,5) rispetto al periodo preindustriale, entro la fine del secolo. Se consideriamo che in base allo stesso report del WMO la temperatura media degli oceani e dell'atmosfera è aumentata di ben 1,1° rispetto all'era pre-industriale e le peculiarità del sistema Terra rispetto al ciclo di assorbimento della Co2, il quadro da complesso si trasforma in drammatico: in assenza di interventi concreti finalizzati all'abbattimento delle emissioni globali non solo gli obiettivi di Parigi sono praticamente dietro l'angolo ma, in base alle previsioni degli scienziati saremmo proiettati verso una crescita della temperatura media terrestre compresa fra i 3 ed i 5°, con catastrofiche conseguenze climatiche sulle produzioni agricole e sulla vita delle persone

Riscaldamento globale e cambiamenti climatici
E dal fronte delle rilevazioni dei valori climatici che giungono allarmanti conferme rispetto alle previsioni: in base al report emesso dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale alle soglie della Cop23 emerge in modo allarmante come "con ogni probabilità il 2017 sarà uno dei tre anni più caldi di sempre" e non fa che confermare il trend di inesorabile riscaldamento già statisticamente rilevato: 16 dei 17 anni più caldi dall'inizio delle rilevazioni meteorologiche siano stati quelli del nuovo millennio2, oltre al 1983.
I dati diffusi dalle varie Organizzazioni e Istituti di ricerca si riferiscono ovviamente al sistema Terra nel suo complesso, senza prendere in considerazioni le implicazioni locali dei fenomeni in atto che purtroppo talvolta presentano i suoi aspetti più drammatici in termini di anomalie meteorologiche con conseguenti devastanti effetti ai danni dell'ambiente e delle persone. In numerose regioni terrestri infatti negli ultimi anni è stato riscontrato un sensibile incremento degli eventi climatici estremi quali uragani e inondazioni catastrofiche, bombe d'acqua e piogge torrentizie, ondate di calore e di siccità da record, scioglimento delle calotte polari e innalzamento del livello degli oceani.
Secondo i dati WMO il periodo gennaio-settembre 2017 ha avuto una temperatura media globale di circa 1,1°C al di sopra del livello pre-industriale con varie zone dell'Europa meridionale, come l'Italia, il Nord Africa, parte dell'Africa orientale e meridionale oltre alla Russia asiatica e alla Cina hanno raggiunto temperature massime senza precedenti. Gli Stati Uniti nordoccidentali e il Canada occidentale, al contrario, hanno registrato temperature più basse rispetto alla media del trentennio 1981-2010.

I recenti eventi meteorologici estremi in Toscana
Anche la Toscana non è stata purtroppo risparmiata dagli effetti dei cambiamenti climatici: dopo un'estate particolarmente calda e siccitosa (vedi le carte della Anomalia della Temperatura media e della Anomalia di precipitazioni rispetto alla media climatica entrambe fra 1/6 e 31\/8), abbiamo registrato anomale piogge torrenziali ad inizio di settembre culminate nell'alluvione di Livorno del 9 e 10 settembre che ha provocato danni per decine di milioni di euro e ben 9 morti.

L'eccezionale evento meteorologico ha riversato secondo i dati rilevati dal Consorzio Lamma (Laboratorio di Meteorologia e Modellistica Ambientale) fino a 245 mm sul litorale pisano (stazione pluviometrica di Bocca d’Arno), 175 mm a Pisa, 165 mm a Livorno, 245 mm (dei quali 210 tra le ore 1.45 e le 3.45) a Valle Benedetta sulle colline a sud-est della città Livorno e 215 mm a Quercianella sulla costa a Sud di Livorno.
In pratica è stata registrata una quantità di precipitazioni pari alla media pluviometrica dei precedenti otto mesi.
Le straordinarie piogge di inizio settembre tuttavia non chiudevano la lunga stagione delle anomalie meteorologiche in Toscana per l'anno in corso che dal punto di visto delle temperature ha registrato nei primi 10 mesi dell'anno ben 8, esclusi Gennaio e Settembre, con valori medi superiori al trentennio 1981-2010 e da quello delle precipitazioni l'Ottobre più siccitoso dell'ultimo secolo. Un evento particolarmente anomalo considerato che quello in considerazione, in Toscana, è uno dei mesi con maggiori precipitazioni dell'anno (vedi grafico termopluviometrico della città di Livorno) creando gravi problemi di approvvigionamento delle falde freatiche che storicamente si ricaricano nel trimestre Ottobre-Dicembre. A documentazione della grave crisi pluviometrica registrata ad Ottobre in Toscana riportiamo di seguito un estratto del report del Lamma.

Ottobre: tra i più secchi degli ultimi 100 anni

Ottobre chiude con un record preoccupante: quello di essere stato tra i mesi di ottobre più secchi degli ultimi cento anni in molte città toscane. Ha piovuto pochissimo, solo il 5% delle piogge attese in questo mese; un  dato che risulta ancora più pesante se inquadrato nel contesto della lunga siccità dei mesi scorsi, fatta eccezione per settembre. 
Precipitazioni
Le piogge osservate nel mese di ottobre sono risultate soltanto il 5% di quelle attese nel periodo. Con un'anomalia di -95%, le precipitazioni osservate sono state eccezionalmente al di sotto della media climatica (1981-2010). Ad Arezzo sono piovuti 7 mm rispetto ai 105 che ne piovono mediamente in ottobre, a Prato 4 mm rispetto ai 121 attesi, a Massa Carrara 14 mm rispetto a 167 attesi. Lo si evince bene dalla mappa che mostra la percentuale di piogge osservate rispetto alla media.    
Questi dati fanno di ottobre 2017 il più secco degli ultimi cento anni in particolare nelle città di Pistoia, Prato, Pisa e Livorno. Risulta il secondo più secco a Grosseto, Firenze, Arezzo e Massa-Carrara; "solo" il terzo più secco a Siena e Lucca. Nei 10 capoluoghi mediamente si sono avuti 7 giorni piovosi in meno.
Nessun respiro per la carenza idrica che ormai da mesi interessa la Toscana con gravi conseguenze sul comparto agricolo. Peraltro il periodo ottobre - dicembre è molto importante per la ricarica delle falde e l'assenza di precipitazioni risulta quindi ancora più pesante.   
La tabella a seguire indica i deficit dei mm di pioggia espressi in % (1981-2010) relativi al mese di ottobre ed all'intero anno 2017 (da gennaio a ottobre). La mappa della Toscana mostra la percentuale di pioggia caduta a ottobre  rispetto alla media del mese. 


 
Capoluoghi

ottobre
2017

2017
Arezzo

- 93 %

- 25 %
Firenze

- 95 %

- 29%
Grosseto

- 96 %

- 59 %
Livorno

- 95 %

- 29 %
Lucca

- 96 %

- 17 %
Massa

- 97 %

- 25%
Siena

- 87 %

- 17 %
Pisa

- 92 %

- 27%
Pistoia

- 91 %

- 35 %
Prato

- 98 %

- 10 %



Come invertire la rotta..?
Il riscaldamento globale ed i cambiamenti climatici accompagnati da un preoccupante aumento dei fenomeni meteorologici estremi non risulta quindi una mera questione accademica ma un preoccupante fenomeno che tocca la vita dei comuni cittadini a partire dai danni subiti a seguito degli eventi catastrofici, per finire all'impatto sulle produzioni agricole che stanno subendo drammatiche riduzioni con nefaste conseguenze, principalmente sulla vita dei contadini del Sud del mondo che in misura maggiore sono costretti ad abbandonare le loro terre ormai inaridite per cercare una speranza di sopravvivenza altrove. Il fenomeno delle migrazioni forzate per cause climatico/ambientali è in drammatica ascesa tant'è che nel 2016 ha subito un ulteriore incremento arrivando a toccare la preoccupante cifra di 23 milioni e mezzo di persone e al quale l'Onu e le Convenzioni internazionali, in particolare quella di Ginevra, dovrebbero finalmente riconoscere lo status ufficiale di "Profughi climatici" e garantirne la possibilità di richiesta di asilo politico a chi cerca rifugio all'estero.
Personalmente ritengo gli Accordi di Parigi un passo avanti verso la lotta al surriscaldamento globale ma che reputo ancora insufficiente sia per il suo carattere non vincolante che per la mancanza di resoconti da presentare sull'operato dei paesi. In pratica tutto è demandato alla volontà politica degli stati che come è oramai accertato si scontra con enormi interessi economici, in primis quelli delle multinazionali del settore energetico e automobilistico.
La situazione si va facendo sempre più drammatica ed i tempi di intervento sempre più ristretti per cui l'attendismo dei leaders mondiali non trova più alcuna giustificazione. Occorre intervenire in fretta e con azioni incisive tese a superare il modello di sviluppo attuale basato sul perseguimento infinito della crescita e sulla dipendenza dalle fonti fossili3 e introdurre nuove forme produttive basate sull'economia circolare, sull'agroecologia4, sulla decarbonizzazione e sulla transizione energetica verso le fonti rinnovabili.
Agire ora, subito, senza tentennamenti prima che sia troppo tardi e l'alterazione del sistema Terra risulti irreversibile. Perché non sono solo in gioco le sorti dell'ambiente e del pianeta bensì quelle dell'intera umanità.
Andrea Vento - Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati - 19 novembre 2017



La classe IID della scuola media di Fauglia ha seguito la COP23 per due settimane. Ecco il risultato del loro lavoro. Bravissimi!


“COP 23: COS’È?”

Dal 6 al 18 novembre 2017 si terrà a Bonn, in Germania, la Ventitreesima Conferenza delle parti, abbreviata COP 23 e riguarda il clima del globo terrestre.
La nostra classe, 2 sez. D, da oggi si interesserà di questa Conferenza, svolgendo una Unità di Apprendimento assieme alla docente di storia e geografia, Prof.ssa Magli. Divisi a gruppi, durante tutto il periodo previsto, noi ragazzi cercheremo sulle principali testate giornalistiche e in rete informazioni circa gli obiettivi e i traguardi che saranno raggiunti, al fine di conoscere per poi scrivere articoli in merito.
La Conferenza delle Parti di tutti i rappresentanti dei Paesi più potenti del pianeta ha l’obiettivo di limitare le emissioni di CO2 e di conseguenza di fermare o almeno limitare, fenomeni quali lo scioglimento delle calotte polari, l’acidificazione degli oceani, l’effetto serra ecc., argomenti purtroppo molto attuali ora con l’avvento della tecnologia e dell’industrializzazione.
Prenderanno parte a questo congresso nazioni come la Cina, l’India, l’Europa (non intesa come Unione Europea), e organizzazioni come l’ONU, il WWF, la Wmo (World Meteorological Organization), oltre ad un’importante delegazione giunta dalle Isole Fiji. Non saranno presenti i rappresentanti degli USA, ritiratisi dall’ultima COP (Ventunesima Conferenza delle parti, tenutasi a Parigi nel 2015).
Parteciperanno solo i membri di un’organizzazione californiana dell’università di Berkeley chiamata Rael (la traduzione italiana sarebbe Laboratorio di Energia Rinnovabile e Appropriata). Uno dei membri è stato presente anche a Roma, la settimana scorsa, per il convegno internazionale organizzato dalla Pontificia accademia delle scienze (v. Daniel Kammen). Infine sarà presente anche l’attore, ed ex governatore, californiano Arnold Schwarzenegger.
(2 D Media Fauglia, gruppo1. Redazione finale articolo Giulia Viglino)

I PUNTI NOTEVOLI CHE VERRANNO DISCUSSI NELLA COP 23
  1. CONDIZIONE DI VITA DELLA GENTE: ora come ora il 30% della popolazione mondiale vive in condizioni di caldo estremo, e sciami di persone emigrano per la condizione in cui si trovano, già precaria per la vicinanza all’Equatore o ai Tropici. I climatologi affermano che l’estate del 2017 è stata la più calda mai registrata in queste zone, e che, se non verranno prese misure appropriate in tempo, la situazione degenererà molto presto, comportando l’ulteriore perdita della biodiversità e producendo molti altri effetti catastrofici.
  2. OBIETTIVI: mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei due gradi centigradi entro il 2025.
COME PROCEDE LA RIUNIONE E DI COSA SI È PARLATO OGNI GIORNO IN TEMPO REALE
7/11
Oggi il WWF ha reso noti i risultati di un sondaggio in sei Paesi (Australia, Cina, Francia, Germania, Italia, USA) effettuato dall’IFOP. Questa indagine dimostra come il cambiamento climatico sia percepito come una delle maggiori fonti di preoccupazione, evento che può essere causa di eventi estremi, la siccità in primis (soprattutto in Italia e in Cina).
8/11
Oggi è stato presentato l’Albero Biomimetico, realizzato dall’artista inglese Silas Birtwistle, per promuovere la biodiversità e la produttività agricola. È una scultura in plastica riciclata che rappresenta un albero che prende vita solo se attraversato dall’acqua, e vuole simboleggiare che in natura ogni cosa dipende da un ecosistema sano ed equilibrato.
9/11
Per tentare di mobilitare governi e mondo della finanza, la Francia presiederà una nuova conferenza mondiale, battezzata col nome di “One Planet Summit”. La riunione si terrà il 12/12/2017 e tra le circa cento nazioni invitate a partecipare non figurano gli USA: Washington ha annunciato di voler uscire dall’Accordo di Parigi, per cui Trump non è stato invitato.
11/11
Oggi ha parlato l’esploratore subacqueo italiano Alberto Luca Recchi a proposito dell’inquinamento marino, dicendo che la presenza dei rifiuti plastici va via via crescendo: di conseguenza un numero sempre maggiore di pesci, uccelli e mammiferi che vivono nell’ambiente li ingeriscono accidentalmente e muoiono. Questo comporta, come ha aggiunto, danni gravissimi all’ambiente nonché alle vendite del mercato ittico.
12/11
L’Africa vuole redigere un documento per concretizzare i discorsi sul miglioramento climatico.Tale proposta è stata accettata di buon grado dalle altre nazioni. Il patto verrà stipulato e firmato durante il prossimo COP24.
(classe 2d Media Fauglia. Gruppo 2. Redazione finale articolo Giulia Viglino)

 “INTERVISTE E SERVIZI inerenti la conferenza del clima”
Per comprendere meglio alcuni punti di vista americani, si riportano qui di seguito parti significative di interviste a Kammen e Scwarzenegger.
Daniel Kammen, rappresentante del Laboratorio di Energia Rinnovabile e Appropriata californiano sostiene che:
Per anni siamo stati etichettati come “quelli dell’energia rinnovabile”, ma noi semplicemente cerchiamo di arrivare a piccoli passi alla decarbonizzazione e favorire una transizione verso l’energia pulita. Ad esempio: una legge che sta per essere approvata fissa l’obiettivo per la California di utilizzare il 100% di energia pulita entro il 2045: una cosa assolutamente possibile, e per giunta senza contare né il nucleare né l’idroelettrico. Attualmente puntiamo sul solare e sul gas, quest'ultima è una risorsa intermedia ed economica”.
Arnold Schwarzenegger, ex governatore della California sostiene che:
Il fatto che Trump si sia ritirato dall’Accordo di Parigi non significa niente, perché continueremo a lavorare sull’efficienza energetica, a costruire centrali per energia eolica e pannelli solari, a riciclare, a ridurre l’inquinamento, come abbiamo sempre fatto. Quando si comincia qualcosa bisogna finirla, ecco perché è essenziale che i leader del mondo continuino a lavorare per renderlo realtà. L’inquinamento uccide le persone e io non aspetterò mai il governo federale o qualsiasi tipo di accordo internazionale per combattere questo”.
(classe 2d Scuola Media Fauglia. Gruppo 3. Redazione finale articolo Giulia Viglino)




lunedì 13 novembre 2017

Riuscirà Bonn a sciogliere i nodi di Parigi? (di Francesco Gesualdi, Centro Nuovo Modello di Sviluppo)


Ci sono ambiti in cui i governi sono capaci di stipulare accordi, non solo vincolanti, ma addirittura dotati di capacità sanzionatoria, pur di farli rispettare. E’ il caso dei trattati commerciali posti sotto tutela dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Chi non li rispetta può essere portato a giudizio e sottoposto a rappresaglie economiche finché non si sia adeguato ai dettami dei trattati firmati. Non così per la questione climatica regolata dall’accordo siglato a Parigi nel dicembre 2015. Al di là dei toni trionfalistici, quell’accordo è poco più di un elenco di cose che gli stati dovrebbero fare per tamponare la situazione. Quanto alla loro realizzazione non c’è niente di certo perché ogni stato ha piena libertà di stabilire obiettivi, tempi e strategie. E’ la classica politica dei due pesi e due misure: regole vincolanti, o hard law, per la vita delle imprese; regole volontarie o soft law, per la vita delle persone.
Senza impegni precisi e senza denti per mordere, l’accordo di Parigi si regge sulla fiducia alimentata tramite incontri che i paesi firmatari programmano periodicamente per fare il punto della situazione, ridefinire le urgenze, discutere sui nuovi passi da compiere e strategie da seguire. Il primo incontro si è tenuto a Marrakesh nel novembre 2016 ed ora si ripete a Bonn sotto la sigla di COP23. E proprio in vista di quest’ultimo appuntamento, il Programma sull’ambiente delle Nazioni Unite, ha pubblicato un nuovo rapporto, dal titolo emblematico The emissions gap report 2017, in cui segnala che complessivamente l’umanità non ha ancora imboccato la strada della riduzione delle emissioni di gas serra. Seppur a ritmi inferiori rispetto agli anni precedenti, nel 2014, 2015 e 2016, i gas serra hanno continuato a crescere rispettivamente dello 0,9, 0,2 e 0,5%. Il rapporto segnala anche che gli impegni di riduzione assunti dai paesi aderenti all’accordo, coprono solo un terzo delle riduzioni necessarie per impedire alla temperatura terrestre di salire oltre i due gradi centigradi. E a complicare la situazione c’è l’enigma Trump. L’amministrazione Obama oltre ad avere aderito all’accordo, si era impegnata a ridurre le emissioni di gas serra, entro il 2025, del 26-28% rispetto a quelle emesse nel 2005. Ora Trump minaccia di ritirarsi dall’accordo con effetto immediato, seppure una clausola gli proibisca di farlo prima del 2020. Intanto conviene ricordare che dei 197 paesi che nel 1994 sottoscrissero la prima Convenzione ONU sul clima, ben 20 non hanno ancora ratificato l’accordo di Parigi. Fra essi: Colombia, Iran, Iraq, Russia, Turchia, e numerose nazioni africane.
Inizialmente l’incontro di Bonn si doveva tenere nelle Isole Fiji, non un paese qualsiasi ma ad alto significato simbolico dal momento che è uno dei territori del Pacifico a rischio di finire sott’acqua a causa del surriscaldamento del pianeta. Poi le difficoltà logistiche hanno consigliato di svolgere l’incontro altrove, ma la presidenza è rimasta a Frank Bainimarama primo ministro delle Isole Fiji che intende orientare la discussione su due grandi temi. Il primo: la necessità di fare di più e più in fretta perché gli effetti dei cambiamenti climatici sono già fra noi. E non ce lo ricordano solo Harvey, Irma, Maria, Jose, Katia, e tutti gli altri uragani battezzati con i nomi più stravaganti che da un capo all’altro del mondo hanno seminato morte e terrore tramite allagamenti. Ce lo ricordano anche le carestie per siccità che continuano a condannare milioni di persone alla fame soprattutto nell’Africa orientale. Ed è proprio il fatto che i cambiamenti climatici producono i loro effetti ovunque e mettano in maggiore difficoltà soprattutto i più poveri, a rendere ragione dell’altro grande tema su cui il presidente Bainimarama intende mantenere la discussione. Il tema è previsto dall’Accordo di Parigi e si chiama solidarietà per la riparazione dei danni, per gli interventi di adattamento, per la transizione verso le energie rinnovabili. A Bonn e negli incontri che seguiranno, si discuterà ancora a lungo su questo tema perché i soldi sono sempre un tema sensibile. Per di più i paesi più ricchi vogliono evitare di infilarsi in una situazione attraverso la quale riconoscono, implicitamente, di ritenersi responsabili dei danni provocati. Ma se esaminiamo chi ha prodotto il problema negli ultimi cento anni, è difficile dare la colpa ai paesi più poveri. La stessa Cina che dal 1990 al 2011 ha contribuito al 16% di tutti i gas serra prodotti nel periodo, prima di allora aveva un ruolo non comparabile con Europa, Stati Uniti e Russia.
Già nel dicembre 2009, a Copenhagen, venne proposto di destinare 100 miliardi l’anno ai paesi più poveri per fare fronte ai cambiamenti climatici. Ma quale sia il denaro realmente raccolto e utilizzato a questo scopo nessuno riesce a dirlo, perché molti paesi mescolano tutto nel capitolo più generale della cooperazione internazionale. Si può solo dire che fino ad oggi il fondo appositamente costituito, il Green Climate Fund, ha approvato 54 progetti ed elargito finanziamenti per 131 milioni di dollari. Troppo pochi per impedire che altri innocenti continuino a pagare per la nostra opulenza.

Speciale Cop23: Ad una settimana dall'inizio della conferenza sul clima di Bonn ecco le principali notizie.


Lavoria, 13 Novembre 2017. Classe terza B.

A proposito di tecnologie “pulite”
Per limitare il surriscaldamento globale dovrebbero crescere sempre più le tecnologie “pulite”, in questo modo le fonti rinnovabili potrebbero salire del 75% in 15 anni. In definitiva si puo' e si deve fare molto di più per promuovere una vera transizione energetica verso le risorse meno inquinanti. L'Agenzia IRENA (Internazional Renewable Energy Agency)ha diffuso un documento che confronta le situazioni energetiche-ambientali dei singoli stati, rendendo noto che per raggiungere l'obiettivo attuale gli investimenti totali dovrebbero ammontare a 1700 miliardi di dollari al 2030. Le fonti rinnovabili infatti hanno un potenziale di sviluppo molto più ampio di quello riconosciuto dalla maggior parte dei paesi nei loro piani nazionali stilati dopo gli Accordi di Parigi del 2015.

Un pensiero di Papa Francesco
“Mi auguro che i lavori della Cop 23 come quelli che seguiranno ad essa, siano in grado di tenere sempre presente “quella terra senza confini dove l'atmosfera è estremamente fine e labile” come la descriveva uno degli astronauti con i quali ho recentemente avuto un colloquio”. Così ha detto Papa Francesco alla conferenza degli 11 paesi insulari del Pacifico. Il Papa ha confermato il suo impegno nella salvaguardia dell'ambiente, emerso nell'enciclica sul nostro pianeta definito “la nostra casa comune”.

La voce del Patriarca Bartolomeo
Il Patriarca Bartolomeo, capo della Chiesa ortodossa, ha lanciato un appello alle comunità e ai leader di tutte le fedi religiose perché possono fare una grande differenza nel convincere i governi ad intensificare gli sforzi per salvare il pianeta.
Bartolomeo è conosciuto cole “il Patriarca verde” per il suo inesauribile impegno a favore dell'ambiente, che si è unito in questi anni a quello di Papa Francesco.

News dagli Stati Uniti
Arnold Schwarzenegger dichiara che non è importante il parere del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, perché si continuerà a lavorare per il mantenimento del pianeta. “Il fatto che Trump si sia ritirato dall'Accordo di Parigi non significa niente, grazie ai governi subnazionali...perché continueremo a lavorare”. Questa la dichiarazione dell'ex governatore della California ad una settimana dall'inizio della conferenza sul clima.

Il presidente della Regione Puglia alla COP23
Come abbiamo già detto, per diminuire l'inquinamento bisogna cominciare a togliere cose che potrebbero inquinare, come ad esempio il carbone (decarbonizzare) L'Italia Infatti ha annunciato che l'obiettivo è arrivare nel 2025 a non usare più il carbone (carbone zero), e Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, ospite alla Cop 23 di Bonn ne è felice, però proprio in Puglia c'è il più grande impianto siderurgico europeo, l'Ilva di Taranto e se non verranno fatti i giusti passi la decarbonizzazione in Italia rischierà di rimanere incompiuta.



mercoledì 8 novembre 2017


UDA di Geografia
Surriscaldamento globale e cambiamenti climatici.
Le decisioni dei "grandi della Terra" alla COP 23

Introduzione
La COP 23 (Conference of parts 23 esima edizione) è l'annuale conferenza dell'Onu sul clima.
Quest'anno si terrà a Bonn in Germania dal 6 al 23 Novembre. La presidenza è stata assegnata alle Isole Fiji, ma per questioni logistico/organizzative verrà ospitata dalla Germania a Bonn.
Di particolare rilevanza sono stati gli Accordi di Parigi, conseguiti tramite la COP 21 del 2015 e finalizzati al contenimento del surriscaldamento globale non oltre i 2 gradi (possibilmente 1,5°) entro la fine del secolo.
Quest'anno la situazione è particolarmente interessante perché si tratta della prima COP con Trump presidente degli Stati Uniti, che con la sua politica e le sua dichiarazioni sembra voler prendere una posizione diversa da quella assunta da Obama negli Accordi di Parigi.
L'Unità di apprendimento si prefigge di monitorare i lavori della Conferenza.
Bozza di proposta
Si tratta di una attività legata alla Geografia, ma che viene proposta in maniera interdisciplinare attraverso Italiano - Geografia - Cittadinanza - Scienze per la Secondaria di Primo Grado.
Per la Secondaria di Secondo Grado le discipline coinvolte  risultano  Geografia - Italiano  - Scienze della Terra.
Destinatari:
Studenti delle classi prime, seconde e terze per la Secondaria di Primo Grado in quanto l'argomento si lega al clima che viene affrontato in tutti e tre gli anni.
Studenti delle classi seconde, terze, quarte e quinte per la Secondaria di Secondo Grado.
Tempi
Dal 6 al 24 Novembre per una decina di minuti per lezione.
Le attività consistono nel seguire lo svolgimento dei lavori della COP 23 su Internet, sui social, alla radio, alla TV e  mediante giornali on-line, cartacei e riviste specializzate.
I ragazzi dovranno tenere un diario di bordo e annotare informazioni, scaricare articoli etc. e poi in classe ne riferiranno il contenuto e si ragionerà insieme.
Non essendo possibile prevedere gli sviluppi occorre essere flessibili nell'attuazione e nella stesura della relazione finale.
Metodologia
Si lavora a gruppi, si utilizzando computer e la Lim con connessione ed eventualmente con smartphone e tablet
Giorno dopo giorno si cercano le informazioni, una volta raccolto sufficiente materiale si possono scrivere i primi articoli (ma anche brevi tweet). Una vota conclusa la Conferenza e divulgate le conclusioni si procede all'analisi globale dei lavori e al loro commento con un articolo finale.
Possibilità di pubblicare gli articoli migliori prodotti dai ragazzi (ma anche disegni etc.) sul Gigablog e sui siti delle scuole interessate al progetto
Si utilizza la modalità cooperativa, l'apprendimento differenziato e la flipped classroom.
Interventi di esterni esperti di questioni climatiche, ambientali e modello di sviluppo.
Contenuti:
  1. Elementi di climatologia
  2. Cambiamento climatico: cause e conseguenze. Esempi. Cause: collegamenti alla Rivoluzione industriale (prima e seconda); combustibili fossili; inquinamento (idrico, atmosferico, del suolo...) deforestazione, impatto dell'agricoltura intensiva sull'ambiente, ruolo delle multinazionali... Conseguenze: gli spostamenti delle popolazioni, le malattie legate all'inquinamento, l'estinzione di piante e animali, scioglimento ghiacciai,  innalzamento acque, aumento fenomeni meteorologici estremi  etc...
  3. Proposte e soluzioni (ricordarsi di dare sempre una visione): sobrietà, Buen vivir,  decrescita, agroecologia, economia circolare ma anche proposte concrete realizzabili individualmente e nell'ambito di piccole comunità come eliminare gli sprechi, ridurre i consumi superflui, cambiare modello di mobilità, attuazione  raccolta differenziata ecc
 Fonti:
Per avere spunti è possibile trovare l'attività svolta dalla Prof.ssa Campani in occasione della COP 21 sul Gigablog:           

Analisi quadro della situazione agli inizi dei lavori della Cop 23 effettuata dall'ecologo Max Strata utilizzabile come introduzione:

Informazioni sulle posizioni e le politiche attuate dagli stati:è

Rapporto fra surriscaldamento globale e migrazioni forzate: 

Effetti dell'innalzamento del livello degli oceani:


Verifica finale
Si può scegliere una modalità cooperativa o singola.
1.      In passato abbiamo somministrato prove di verifica singole per ciascuna disciplina in itinere e prova finale interdisciplinare Italiano-Geografia con doppia valutazione
2.      Valutazione del prodotto realizzato, ma anche il processo che ha portato a quel prodotto (con apposita griglia con indicatori legati alle competenze di cittadinanza ad esempio...)
3.      Valutazione di eventuali proposte emerse dagli studenti. Lo scorso anno una studentessa della  2 dell'Itc Pacinotti di Pisa ha realizzato il manifesto della Sostenibilità (in allegato).



MANIFESTO PER LA SOSTENIBILITA' AMBIENTALE

L'educazione ambientale è uno strumento fondamentale per sensibilizzare i cittadini.
Essa non riguarda solo l'ambiente ma anche l'economia (modello di sviluppo, consumi, povertà ecc.) e la società (cultura di pace, diversità culturale). L'educazione ambientale tocca tutti gli aspetti della vita, portando rispetto agli altri e alle future generazioni.
In questo anno scolastico, con il Prof A. Vento di Geografia e la Prof.ssa L. Luschi di Lettere, abbiamo studiato tutti gli argomenti e i vari aspetti della crisi che sta vivendo l'ecosistema terrestre e affrontato il tema  dello sviluppo sostenibile.
.La crisi del pianeta è data dall'aumento della popolazione, dalla diffusione di certi modelli di produzione e dall'aumento dei consumi individuali e comporta inevitabili modifiche agli ecosistemi. L'indicatore che determina la pressione dell'uomo sugli ambienti e misura il consumo delle risorse è l'Impronta Ecologica, in base alla quale noi in Italia consumiamo 2 volte mezzo in più della quantità di  risorse naturali a nostra disposizione.
Altro fattore importante della crisi del pianeta è l'inquinamento, provocato dalle attività industriali, dalla produzione di energia, dall'attività agricola intensiva e dagli scarichi e dai rifiuti umani e, un altro ancora, quello più importante e indispensabile, è la scarsità dell'acqua e il grave problema dei cambiamenti climatici che tocchiamo con mano ogni giorno.
Durante lo svolgimento di questi argomenti abbiamo avuto una bella occasione di fare un incontro con l'autore, Francesco Gesualdi, discutendo su un libro di attualità nel quale vengono analizzate le crisi nel mondo attuale, dichiarando che occorre scoprire “Un'Altra Via”
Per trasformare questo mondo, dovremmo iniziare a diminuire gli sprechi attraverso cose semplici e fattibili da ogni persona anche nella nostra scuola:
·        Chiudere l'acqua corrente mentre ci laviamo i denti e le mani, evitando cosi, nel lungo andare lo spreco di ingenti quantità di acqua.
·        Comprare solo elementi che siamo certi di consumare o utilizzare.
·        Effettuare la Raccolta differenziata.
·        Evitare i prodotti e gli imballaggi usa e getta.
E tante altre piccole cose che possono dare vita a uno sviluppo sostenibile.
Nella nostra scuola a seguito di questo percorso ad esempio abbiamo fatto sì che tutte le persone potessero dare un loro contributo, organizzando noi studenti la raccolta differenziata e la raccolta dei tappi di plastica, piccoli gesti che se messi insieme potremmo combattere per il raggiungimento dello scopo comune, ovvero la diminuzione dell'impatto ambientale.
SI,  ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE. FACCIAMO SI CHE LO DIVENTI!!!
Anna Dell'Agnello classe 2 c afm a.s. 2016/17